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Inizia il dopo-Moratti: si cambia, senza abrogare

Il dopo-Moratti è ormai iniziato.
Pochi giorni fa il neo-ministro Beppe Fioroni aveva parlato di “Ministero della Pubblica Istruzione” annunciando dopo poche ore di aver già fatto predisporre un apposito emendamento al decreto legge del 18 maggio per rendere effettivo il cambiamento di nome.
E oggi, 25 maggio, il viceministro Mariangela Bastico, intervenendo, al Congresso nazionale della Uil-Scuola ha annunciato: “Rispetto alla Riforma Moratti ci saranno delle modifiche importanti ma non ragioniamo nella logica abrogazionista totale per una ragione chiara e semplice: che metterebbe in difficoltà la scuola”.
Difficile dire dichiarazioni del Ministro e della sua Vice serviranno a rispondere alle attese che in questi ultimi due anni si sono create nelle scuole.
Freddo il commento di Enrico Panini sull’annuncio di Fioroni: “Il ritorno alla parola ‘pubblica’ non deve restare un auspicio ma un segnale di cambiamento che va tuttavia riempito con i correttivi necessari alla legislazione in materia scolastica”.
I Cobas, per parte loro, invitano il “popolo della scuola” a serrare le fila e a non smobilitare: “Dobbiamo mettere in opera rapidamente azioni inequivocabili nei confronti del governo – si legge nel documento approvato qualche giorno fa dall’assemblea nazionale – e proponiamo (pronti a discutere proposte equivalenti) una prima iniziativa di ” monito” e pressione politica prima della fine dell’anno scolastico a Roma davanti al Ministero”
Le parole di Mariangela Bastico potrebbero forse infiammare gli animi, ma va anche osservato che appare improbabile che – di qui in avanti – il Movimento possa trovare ancora il sostegno dei sindacati e dei partiti della sinistra radicale. 
A questo punto il direttivo nazionale di Cgil-Flc convocato per gli ultimi giorni del mese diventerà la chiave di volta per capire meglio i possibili scenari.
Resta il fatto che – per molteplici motivi – molto difficilmente il sindacato di Enrico Panini sceglierà la strada della contrapposizione nei confronti del “nuovo corso”, anche se non potrà accettare in silenzio l’ipotesi di modesti ritocchi estivi al decreto 59 sul primo ciclo.
Può darsi che, per uscire dall’impasse, Cgil-Flc decida di chiedere al Ministro un confronto su materie più strettamente sindacali (rinnovo contrattuale e precariato soprattutto) lasciando che i problemi applicativi del decreto 59 vengano gestiti dalle scuole.
Sembra intanto perdere terreno l’idea di convocare già a settembre gli “Stati generali” della scuola; i problemi sarebbero molti: intanto i tempi sono davvero ristretti e poi c’è il fatto che l’espressione “Stati generali” sarebbe considerata un po’ troppo “morattiana”.
Al tempo stesso appare ormai scontato che nel primo ciclo le Indicazioni Nazionali rimarranno in vigore anche per il 2006/2007; per il momento, infatti, non si parla ancora di una commissione di lavoro che possa mettersi all’opera dare veste definitiva alle Indicazioni che continuano ad avere carattere provvisorio.
Reginaldo Palermo

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