Inizia il 2 maggio nella Commissione Istruzione della Camera il dibattito per l’approvazione del disegno di legge del Governo attualmente denominato “Scuola, imprese e società” derivante da uno stralcio della proposta di legge del Ministro Bersani in materia di attività produttive economiche.
Peraltro il testo attualmente disponibile è ampiamente provvisorio in quanto il Governo ha già preannunciato che esso sarà integrato da “robusti” emendamenti, tanto che alla fine il provvedimento dovrebbe anche cambiare denominazione (si parla di legge di “Misure urgenti a favore del sistema di istruzione”). Fra gli emendamenti più attesi ci sono quelli sul ripristino del tempo e sul ripiano dei debiti pregressi delle scuole.
Il dibattito si preannuncia ampio e articolato anche perché le norme previste dal disegno di legge sono tutte di un certo rilievo.
Il primo articolo del provvedimento ripete quasi alla lettera il testo del decreto convertito nella legge n. 40 del 2 aprile, con una modesta modifica linguistica che non è del tutto insignificante.
Il disegno di legge recita infatti: “gli istituti tecnici e gli istituti professionali … sono riordinati e potenziati come istituti tecnico-professionali appartenenti al sistema dell’istruzione secondaria superiore e sono finalizzati al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore”, mentre la legge n. 40 dice che “sono riordinati e potenziati come istituti tecnici e professionali”.
Si ribadisce peraltro che un apposito regolamento ministeriale dovrà definire “un monte ore annuale delle lezioni sostenibile per gli allievi, nei limiti del monte ore complessivo annuale già previsto per i licei economico e tecnologico dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e successive modificazioni, e del monte ore complessivo annuale da definire ai sensi dell’articolo 1, comma 605, lettera f), della legge 27 dicembre 2006, n. 296”
Si conferma insomma che il “dimagrimento” degli orari che dall’anno prossimo riguarderà gli istituti professionali potrebbe essere adottato anche per gli attuali istituti tecnici.
Un altro articolo del provvedimento che farà certamente discutere è quello che riguarda la revisione delle modalità di composizione e di funzionamento degli organi collegiali che verrà però demandata ad un apposito decreto delegato che il Governo dovrà emanare entro un anno dall’approvazione della legge.
Il disegno di legge interviene anche nella abrogazione di alcune norme contenute nel decreto morattiano sul secondo ciclo: quella più importante riguarda la cancellazione delle Indicazioni allegate al decreto alle quali fa riferimento il 5° comma dell’art. 12 del decreto; curiosamente, restano invece in vigore i 4 commi precedenti che riguardano i piani di studio personalizzati, l’istituzione del docente-tutor e la permanenza dei docenti nella stessa sede per più anni, allo scopo di garantire la continuità didattica.