Oggi 8 novembre gli alunni delle scuole di tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione organizzata dai sindacati studenteschi in diverse città, dando il via all’autunno caldo della scuola.
Potrebbe essere il fischio di inizio dell’ondata di scioperi che, come ogni anno, vede gli istituti al centro delle mobilitazioni con l’organizzazione di autogestioni, occupazioni e cogestioni.
Skuola.net ha intervistato online circa 4.500mila studenti delle scuole superiori, per capire il loro atteggiamento rispetto alle proteste studentesche.
Tra il 10% dei ragazzi che, alla vigilia dei cortei di oggi, ha dato per sicura la sua partecipazione alla manifestazione (2 su 5 circa, invece, gli indecisi), le motivazioni principali riguardano il tema dell’ambiente (risponde così il 32%) e del futuro dei giovani (13%). E se c’è qualcuno che manifesta per il diritto allo studio (10%) e per chiedere più fondi all’istruzione (10%), non manca chi dichiara candidamente di usare il pretesto per non andare a scuola (11%).
Circa 1 su 3 dell’intero campione, poi, ha affermato che da questo momento inizieranno proteste anche nel proprio istituto, e il numero potrebbe aumentare nelle prossime settimane. Infatti il 27% non ne è ancora al corrente, pur non escludendone la possibilità.
Tra chi sa già quale direzione prenderanno i rappresentanti e gli studenti del proprio istituto, 2 su 5 affermano che si tratterà di un’autogestione, mentre in 1 caso su 5 sarà un’occupazione. Un altro 20% annuncia la possibilità di una cogestione e una quota simile, il 19%, parla invece di altre forme di protesta che vanno dalle assemblee agli scioperi, dai sit-in alle assenze di massa per partecipare a manifestazioni come quella di oggi.
Questo autunno di proteste si preannuncia così particolarmente caldo, forse anche per l’influsso delle grandi mobilitazioni giovanili in atto in tutto il mondo.
Infatti, il 70% circa del campione si dice generalmente favorevole a questo tipo di iniziative studentesche; se potesse scegliere la forma di protesta ideale da attuare nella propria scuola, opterebbe in particolare per un’autogestione (41%), anche se addirittura il 31% – quota non certo irrisoria – preferirebbe l’occupazione. E per il 22% degli intervistati non sarebbe la prima volta: ha infatti già partecipato alle occupazioni gli scorsi anni.
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