I lettori ci scrivono

Inizio di anno scolastico, alcune doverose considerazioni

L’anno scolastico è appena iniziato, e con l’intento di dare un contributo alla fase iniziale, mi piace immaginare le operazioni che si stanno svolgendo a Scuola, che voglio socializzare per consentire ai protagonisti una più attenta valutazione di atti e “misfatti” ed eventualmente migliorare le azioni svolte o ancora da svolgere.

Si parte con il Collegio dei docenti iniziale, dove esplode nella fase iniziale il piacere o il  dispiacere  di ritrovarsi, in base al quale viene dosato l’abbraccio, con intensità, secondo norma, o con semplice sfioramento a scivolo.

Quindi dopo le prime indicazioni di iniziali adempimenti, si passa alla nomina dei generali e giù di lì.

Colonnelli, capitani fino ai caporali. In genere si è contenti,  con apparente ritrosia, i più ingenui  pensano che agli altri faccia piacere, gli altri esprimono sorriso di potere, immaginando le varie possibilità di esercitarlo sui “sudditi”. Un’arma importante è l’orario.

Quindi la doverosa, serena e democratica riflessione, propedeutica alla elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa, che coinvolge il dirigente scolastico con le preliminari indicazioni delle direttive, sugli aspetti fondamentali della realtà socio – economica di oggi, e delle prospettive future.

Segue  una pacata discussione sulle finalità generali dell’attività formativa della Scuola, e di quelle specifiche, in relazione alle varie tipologia di Scuola.

I docenti avvertono, come al solito, l’esigenza di approfondimento e  precisazione del significato del corso di studi per cogliere meglio la funzione della disciplina di insegnamento e i nessi con le altre discipline ,in modo di svolgere attività di rilevanza “olistica”.

Si passa quindi ad un riflessione attenta e partecipata  sulla relazione dell’autovalutazione d’istituto e sul predisposto piano di miglioramento.

Bisogna rilevare che nei casi rari in cui non c’è un dirigente scolastico autorevole, si verifica, come nei funerali, che la partecipazione al Collegio e la “commozione” tende a scemare man mano che si va alle ultime posizioni, dove i “più saggi” discutono di altro o leggono con vivo interesse un giornale.

Nei giorni successivi si dà spazio a varie, fra cui consigli di classe, di dipartimento

E’un piacere vedere seduti attorno ad un tavolo docenti – persone che all’unisono, con uguali intenti e con la medesima conoscenza e competenza sostanziale, discutono professionalmente come produttivo gruppo di lavoro.

Naturalmente si trova qualcuno che scatta con l’attacco dell’ “Aida”, altri, timorosi, sempre collaborativi con “i potenti”, altri grintosi, vogliono dimostrare di esistere, ed altri accolgono tutto perché “non portati”, ma fisicamente presente.

Nelle prime riunioni si raggiunge sempre il risultato adeguato, perché è presente il dirigente scolastico che, tranne casi particolari, forte del suo sapere “certificato” dal superamento di un concorso, magari pieno di vivacità di inizio funzione, come “bonus  pater  familias” sintetizza ed innalza il tutto per portarlo ad accettazione unanime convinta.

Si perviene pertanto alle programmazioni di classe, ricche di inglesismi e francesismi ,perché gli stranieri ne sanno di più di noi, e a quelle personali, di disciplina, in genere molto puntuali e corrispondenti allo stato ,magari per ispirazione divina uguale a quelle dell’anno scorso. Tanto una volta consegnata in segreteria, chi la guarda più!!

Infine si procede con i test d’ingresso. Chiaramente si riflette sulla strutturazione di tali test che debbono tener conto della formazione personalizzata e dei BES. Considerato che si riconosce che parlare di test uguali per tutti gli alunni delle prime classi  della Scuola significherebbe ritornare al Medio Evo si concordano i principi generali e poi ogni insegnante li elabora per la sua classe.

Il treno quindi parte, ci saranno salite e discese, ma i molti valorosi docenti italiani sapranno condurlo alla meta.

Ho cercato si sollecitare riflessione, anche con qualche “provocazione”, ma sono convinto che la Scuola italiana, al di là delle Riforme, non sempre migliorative, raggiunge risultati positivi grazie alla professionalità ed all’impegno di gran parte del personale: dirigenti scolastici, docenti, personale di segreteria e collaboratori scolastici che costituiscono spesso una vera comunità educante.

Giovanni Torrisi

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