Abbiamo parlato in precedenza dell’intenzione della Regione Puglia di voler posticipare l’inizio della scuola al 1° ottobre, proposta che ha raccolto molti consensi ma anche diverse critiche.
L’obiettivo della regione Puglia è quello di evitare a studenti, docenti e a tutto il personale scolastico i bagni di sudore nelle aule spesso non attrezzate a sopportare il caldo settembrino del centro – Sud.
Allo stesso tempo, l’inizio dell’anno scolastico il 1° ottobre dovrebbe aiutare la stagione turistica, che in questo modo, godrebbe di qualche settimana in più.
L’idea è quella di implementare questo progetto in Puglia ed eventualmente esportarlo in altri territori, anche se, come abbiamo scritto in precedenza, non sembra entusiasmare tutte le regioni.
A tal proposito, abbiamo intervistato il consigliere della Regione Puglia Gianni Stea, uno dei promotori dell’iniziativa, che verrà discussa in un tavolo tecnico ad hoc.
La sua proposta di un tavolo tecnico in merito all’apertura delle scuole ad ottobre, ha raccolto molti consensi, specie dall’assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, Sebastiano Leo. Quando inizieranno i lavori?
I lavori del tavolo tecnico inizieranno immediatamente dopo le feste natalizie, a gennaio 2018.
La sua idea ha ricevuto consensi anche perché vuole legare la situazione disagevole di studenti e personale scolastico che vivono nel mese di settembre, all’aspetto turistico – economico del territorio. Ci può spiegare in maniera completa il suo progetto?
Si, il mio progetto nasce dal fatto che negli ultimi anni la Puglia è diventata polo turistico importante per il sud Italia e quindi una rimodulazione del calendario scolastico, oltre ad evitare i disagi del caldo agli studenti, potrebbe incentivare il turismo, perché l’avvio a settembre della scuola danneggia l’economia del territorio, costringendo a stagionalizzare sempre di più, accorciando di fatto i mesi di lavoro.
Se la scuola dovesse iniziare il 1° di ottobre, si dovrà riformulare l’attività didattica, dato che, in tal modo, mancherebbero delle settimane. Non pensa che in questa soluzione l’attività didattica rischierebbe di diventare troppo compressa?
L’attività didattica rimarrebbe invariata. Il mio progetto non andrebbe ad incidere sul numero totale dei giorni scolastici previsti dalla legge, poiché sarebbe previsto un rientro pomeridiano settimanale di tre ore che, spalmato nell’intero anno scolastico, consentirebbe di recuperare quei quindici / sedici giorni di posticipo dell’apertura degli istituti scolastici. Di conseguenza, durante i rientri pomeridiani si andrebbe a recuperare il programma scolastico previsto. Questo non significherebbe comprimere le attività didattiche.
Gli insegnanti ogni anno prendono servizio il 1° settembre. Nella sua ipotesi la scuola dovrebbe cominciare il 1° ottobre. In tale situazione che lei prospetta, quando dovranno prendere servizio i docenti (e il resto del personale)?
Anche gli insegnanti, di conseguenza, prenderebbero servizio dopo circa quindici giorni, proprio per garantire un piano coerente.
Non ha mai nascosto l’idea di creare una sorta di progetto pilota per Regione Puglia, da esportare pian piano anche nelle altre regioni. Questo sia per quanto riguarda il disagio di rientrare a settembre con le alte temperature, sia come aiuto al turismo. Pensa che in Lombardia o Piemonte possano rivedere i piani anche se a settembre è già autunno e il turismo segue tempistiche diverse da quelle del Sud Italia?
Il progetto però, prima di tutto, si rivolge ad un’esigenza delle regioni del Sud. In tal senso, la Puglia farebbe da apripista ed io mi faccio promotore dell’iniziativa sperando di interpretare il pensiero di tutte le altre regioni del sud, auspicando successivamente in un consenso anche a livello nazionale.
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