Il reclutamento docenti e le prospettive di stabilizzazione del precariato per l’anno scolastico 2021-2022 non sembrano lasciare adito a grandi speranze, né quanto a posti comuni, né quanto a posti di sostegno, anche in relazione al fenomeno della mobilità dai posti di sostegno ai posti comuni.
È quanto emerge dai dati Cisl scuola, dei quali ha riferito anche il nostro direttore Alessandro Giuliani.
Il sindacato di Maddalena Gissi calcola che i posti di sostegno siano: “poco meno di 20.000 (rimasti dalle assunzioni dello scorso anno) a cui si devono aggiungere i 5.000 posti consolidati in organico di diritto dalla legge di bilancio per il 2021 e 1.880 per possibili pensionamenti”.
Numeri che vanno messi in relazione con il dato cui accennavamo in apertura: “20.645 titolari su sostegno hanno presentato domanda di trasferimento e di questi 12.337 hanno chiesto trasferimento su posto comune“.
Una tipologia di mobilità non nuova – spiega la segretaria Cisl – considerato che “storicamente i trasferimenti da posto di sostegno a posto comune si aggirano sui 4.500/5.000 unità annue”.
Complessivamente, il sindacato stima che vi siano al momento circa 31.000 posti vacanti utilizzabili per assunzioni in ruolo, a fronte di 22mila specializzati che vorrebbero candidarsi a ricoprire le cattedre ma che in molti casi non potranno, visti i legacci del Dl Sostegni bis.
Insomma, il tema del sostegno si intreccia a quello delle Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) e delle disposizioni del Dl 73 del 25 maggio scorso (Sostegni bis).
Riferisce il sindacato: “Su sostegno, con circa 22.000 docenti specializzati fra tutti gli ordini di scuola in GPS (fonte Cisl Scuola), comprendendo anche coloro che non hanno raggiunto le tre 3 annualità di servizio, non si riescono a coprire tutti i posti disponibili. Mantenendo il vincolo dei 36 mesi si riducono ulteriormente le possibilità di assunzione”.
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