Le Regioni non si sono ancora espresse sulla proposta del ministero dell’Istruzione di iniziare il nuovo anno scolastico in tutte le scuole d’Italia il prossimo 14 settembre: i presidenti hanno rimandato la decisione di una settimana, a giovedì 25 giugno, quando si dovrebbe chiudere il cerchio anche sulle Linee Guida che dovrebbero fungere da “faro” per il rientro in classe di oltre otto milioni di alunni. Quel giorno è molto probabile che si svolga una Conferenza delle Regioni in sede straordinaria.
Ci sono anche i Comuni
Tuttavia, sulle decisioni da prendere per l’avvio del nuovo anno – non solo sulla data d’inizio – peseranno non poco i giudizi degli enti locali, quindi Comuni e Province: dipende direttamente da loro, del resto, gestire quella mobilità locale che quando riapriranno le scuole potrebbe creare molti problemi per il mantenimento delle distanze imposte per evitare che torni il contagio da Covid-19.
Lo ha detto a chiare lettere il presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, durante un tavolo di confronto con il Miur: “serve collaborazione per affrontare le criticità post-Covid e per consentire a settembre l’avvio dell’attività formativa nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, assicurando il massimo della serenità a studenti e insegnanti”.
Bucalo (FdI): immobilismo è inaccettabile
Intanto, i continui rimandi su come riprendere la scuola in presenza stanno producendo forti critiche. Sia dai sindacati, sia dall’opposizione.
Secondo l’on. Carmela Ella Bucalo, responsabile scuola del dipartimento istruzione di Fratelli d’Italia, “è assurdo che il ministro Azzolina non abbia ancora stabilito l’inizio del prossimo anno scolastico. L’Italia ha bisogno di certezze, di tornare alla normalità e questo governo ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di assicurarle”.
Bucalo, che oggi era presente a Montecitorio per presentare una serie di emendamenti, tra cui alcuni per il “salvataggio” degli istituti paritari in forte crisi, ha detto che “sulla scuola, Fratelli d’Italia ha formulato diverse proposte ma tutte sono cadute nel vuoto. A viale Trastevere si naviga a vista, vogliono posticipare l’apertura delle scuole giustificandola con l’Election day, ma i seggi si possono approntare in luoghi diversi, basta un po’ di volontà. Questo immobilismo è inaccettabile”, conclude l’esponente di FdI.
Lettera a Conte dai Garanti regionali dell’infanzia
Sempre in vista della ripresa delle attività, quindi a fine estate, il 18 giugno il Garante regionale della Toscana, Camilla Bianchi, e gli altri Garanti regionali dell’infanzia e dell’adolescenza hanno inviato una lettera al premier Giuseppe Conte, al ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e al presidente di Anci Antonio Decaro: nella missiva si chiede di “richiamare l’attenzione del Governo sul tema della ripartenza dell’attività scolastica e sul benessere complessivo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi”, affrontando “questioni nodali”, tra cui l’esigenza di “linee guida nazionali che tengano conto dei bisogni e delle peculiarità delle differenti età e dei diversi cicli di studio”.
Tra le richieste formulate vi è anche l’opportunità di “privilegiare attività all’aperto, la riduzione del numero degli alunni per classe, la valorizzazione delle sperimentazioni della didattica a distanza, la rapidità di maggiori investimenti nell’edilizia scolastica e nella dotazione tecnologica e informatica” e “nuove assunzioni di personale docente e non docente”.