Nel recente documento dell’Iss sulla prevenzione e controllo dei contagi da Covid-19 nelle scuole, viene citata una ricerca statunitense su un campione di 1100 studenti dalla quale sembrerebbe che il rischio di trasmissione nei bus scolastici è sostanzialmente basso se si usano le mascherine, si applicano strategie di diagnosi precoce, e si ventilano gli ambienti tramite i finestrini. In queste condizioni, secondo gli autori dello studio, il distanziamento tra gli alunni potrebbe anche essere inferiore al metro, limitandosi a 0,80 cm.
Verrebbero così ridimensionate le preoccupazioni relative ai trasporti come anello debole della catena di misure messe in piedi per contenere il contagio nelle scuole. Insomma, i trasporti preoccupano. Lo stesso ricorso alla DaD per le scuole superiori ha avuto numerosi sostenitori tra chi intendeva limitare al massimo le attività collaterali alla scuola dei ragazzi più grandi, prima fra tutte l’uso dei mezzi pubblici per andare e venire da scuola.
Insomma, la DaD è stata motivata anche dalla necessità di non intasare i mezzi pubblici facilitando i focolai. In altre parole, c’è chi sosteneva: ok, la scuola di per sé non è luogo di contagio, ma il contagio avviene comunque prima, sui bus. Il documento dell’Iss tranquillizza su questo fronte, spendendo più di una pagina sull’importanza della mascherina in ogni luogo, incluso quelli che viaggiano su ruote, quali sono gli autobus.
La mascherina
Sempre una ricerca statunitense citata dall’ISS nel suo documento sul rientro in classe chiarirebbe come l’uso della mascherina abbia un ruolo fondamentale nel contenimento dei contagi e il suo uso universale (>92% degli studenti), assieme alla misura del distanziamento fisico di 2 metri per gli insegnanti, se applicati correttamente, siano misure molto valide per il contrasto al Covid nelle scuole.