Il rientro a settembre in presenza è la grande sfida del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. Un obiettivo da non fallire assolutamente, con tutta l’Italia che adesso ha rimesso la scuola al centro delle priorità. Dopo settimane di tira e molla, alla fine non ci sarà l’obbligo vaccinale ma qualcosa di molto simile perchè le regole del green pass sono molto ferree (sia per ottenerlo che per chi sgarrerà). È stato lo stesso ministro in apertura di conferenza ieri, a illustrare i 4 punti per far ripartire la scuola:
“Nell’art. 1 di questo provvedimento si sottolinea il ritorno in presenza, al fine di assicurare il valore della scuola come comunità e di tutelare la sfera sociale psico-fisica della popolazione scolastica sull’intero territorio nazionale”.
“Al punto 2 si danno le regole di sicurezza, sono quelle che ci ha dato il Cts nel verbale del 12 luglio. Obbligo delle mascherine per tutti, tranne che per i bambini che hanno meno di 6 anni e soggetti con patologie incompatibili con l’uso dei dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive. Raccomandato il distanziamento di un metro. Da maggio abbiamo avviato quest’azione, investiamo quasi 2 miliardi in questa riapertura”.
“Il punto 3 prevede una riflessione: cosa succede se c’è un positivo? Il Cts ci ha aiutato molto, la quarantena di 10 giorni per chi non è vaccinato viene ridotta a sette per chi è vaccinato”.
“Al punto 4 le deroghe sono molto limitate, i presidenti delle Regioni, i sindaci in caso di focolaio possono intervenire ma solo in quell’ambito e non su tutta la dimensione della Regione”.
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