In questi giorni si discute alla Camera il Decreto Green pass (DL 111) in versione della conversione in legge entro il 5 ottobre. Tra i chiarimenti suggeriti nel dossier quello relativo al distanziamento.
Sulla misura del distanziamento, più volte abbiamo sottolineato la differenza con l’anno scolastico appena trascorso. Laddove in passato il distanziamento era condizione essenziale per la didattica in presenza (tanto che in assenza di distanziamento si ricorreva alla DaD per almeno metà classe o metà istituto), oggi la raccomandazione circa il rispetto di una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro viene data salvo che le condizioni strutturali logistiche degli edifici non lo consentano.
In particolare, per l’anno scolastico 2020/2021 veniva stabilito che il distanziamento fisico fra gli studenti, in base alle ultime indicazioni del Comitato tecnico scientifico, fosse inteso come “1 metro fra le rime buccali degli alunni”.
Oggi non è più così. La regola del metro di distanziamento può essere derogata per ragioni strutturali-logistiche.
Al riguardo, il Documento per la pianificazione delle attività
scolastiche, educative e formative in tutte le istituzioni del sistema nazionale di istruzione per l’anno scolastico 2021/2022 dispone che non possono essere previste deroghe laddove non si possa fare uso delle mascherine chirurgiche e, in particolare, nelle mense.
In altre parole, dato che a mensa la mascherina, per forza di cose, non può essere indossata, ne consegue che in questi locali la regola del distanziamento non potrà essere derogata.
Il dossier, a riguardo, chiede che questo caso venga reso esplicito nella conversione in legge del Decreto Green pass.
Tuttavia resta una criticità: se il principio riguardante il distanziamento dipende dalla possibilità di indossare sempre la mascherina, cosa accade nelle classi durante la ricreazione? Vi saranno molte situazioni in cui all’assenza di distanziamento si aggiungerà l’abbassamento della mascherina. Verranno così meno entrambe le misure cardine di contenimento del virus.
Una ipotesi, che sembra suggerita dall’attuale Piano scuola ma in riferimento agli spazi comuni è che l’erogazione dei pasti potrebbe avvenire per fasce orarie differenziate. Sarà questa la soluzione adottata dalle scuole?
Una Faq del Ministero dell’Istruzione ancora vigente, redatta però il 9/11/2020, precisa:
Quando è possibile abbassare la mascherina?
(data di pubblicazione 9/11/2020)
Naturalmente è possibile abbassare la mascherina per bere, per i momenti della mensa e della merenda. Si tratta di una disposizione che il DPCM ha adottato sulla scorta delle indicazioni delle massime autorità sanitarie preposte alle strategie per il contenimento della situazione epidemiologica, “su proposta del Ministero della salute”, volta a contemperare diritto alla salute e diritto all’istruzione, alla luce dei nuovi dati epidemiologici.
Il punto è: non andrebbe modificata questa Faq (e in generale le disposizioni normative in tema di ricreazione) alla luce del fatto che il distanziamento nella maggior parte dei casi non sarà possibile?
Le raccomandazioni dell’ISS “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione anti-COVID-19”, sempre in relazione al precedente anno scolastico, spiegavano: Si ritiene che un metro rimanga la distanza minima da adottare e che sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri, laddove possibile e specialmente in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione respiratoria (come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo). Una questione, che di riflesso sul mondo della scuola comporta che in classe i docenti si assicurino che durante la ricreazione gli alunni mantengano i 2 metri di distanza.
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