Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli è intervenuto al Tg3 per parlare dei temi attuali della scuola. Tra gli argomenti toccati i divari territoriali, il caro libri, le assunzioni dei docenti e le risorse per la scuola:
“La priorità è garantire a tutti gli studenti pari opportunità. Sappiamo dalle rilevazioni Invalsi, Ocse Pisa e quant’altro che esiste questo problema molto serio dei divari di apprendimento fra vari territori, tipicamente tra il Nord e il Sud ma anche sulla costa, l’entroterra. Questo è un grave vulnus al diritto all’istruzione e sono sicuro che il Presidente della Repubblica, nella sua veste di garante della Costituzione, non potrà ignorarlo”.
“I docenti sono molto attenti a selezionare i libri anche sulla base del prezzo – spiega Giannelli – va detto però che il tetto di spesa che tutte le scuole sono tenute a rispettare è fermo da dieci anni. Quindi una certa attenzione c’è stata finora. Indubbiamente però si potrebbe cercare di studiare qualche soluzione che deriva dall’editoria elettronica. C’è molto dibattito, i pedagogisti ritengono che si impari di più sulla carta. I libri elettronici costerebbero di meno e avrebbero un altro vantaggio non secondario, quello di pesare meno sulla schiena, sulla colonna vertebrale dei bambini che poi devono portare a scuola tutti questi chili di carta stampata”.
“Abbiamo un problema strutturale nell’assunzione dei docenti. Non si vuole accettare l’unica soluzione vincente e praticata quasi ovunque all’estero che consiste nell’assunzione diretta da parte delle scuole. Se fosse così riusciremmo quasi a eliminare il precariato che invece arriva a un quarto dei posti disponibili. La scuola assumerebbe personale motivato sulle esigenze locali, invece assumiamo su graduatorie basate sull’anzianità di servizio, sui punteggi conseguiti alla laurea”.
C’è un problema di ammodernamento delle aule che sono le stesse di un secolo fa – conclude il presidente Anp – serve anche più personale, ci sono tante situazioni come Caivano in Italia. Ci vuole personale più numeroso, ma soprattutto motivato e una sorta di incentivo economico per le zone più difficili dovrebbe essere preventivato”.
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