Sono 124 le reggenze previste in Campania nel nuovo anno scolastico 2023/24. Un numero altissimo, che ha prodotto malcontento, soprattutto tra i dirigenti scolastici fuori regione che provano a rientrare nel territorio campano, ma senza riuscirci. Al ‘Mattino’ il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania Ettore Acerra afferma “mi stupisco che i dirigenti si stupiscano. Le autonomie scolastiche sono 967 mentre i dirigenti scolastici sono 865, quindi 102 erano le sedi scoperte, a cui si sono aggiunti degli incarichi nominali e distacchi”.
Sui 250 dirigenti fuori regione che avrebbero voluto occupare quelle reggenze Acerra dichiara: “non è stato possibile farli rientrare per una questione di contabilità dello Stato. Se in una legge di bilancio c’è la previsione di un certo numero di posti di dirigenza, oltre quel numero non si può andare. Capisco l’amarezza dei dirigenti costretti a restare ancora fuori regione di fronte alle 124 reggenze in Campania, ma ci sono regole rispetto alle quali né io, né la Regione, né altri, possiamo fare molto”.
Ma in futuro ci sarà speranza per un rientro in regione? “La norma in legge di bilancio potrà far riallineare questa situazione – spiega Acerra – le reggenze verranno ridotte almeno del 90% e avremo una situazione di equilibrio tra autonomie e numero di dirigenti. Ci sarà la possibilità di un progressivo rientro in regione, non in tempi brevissimi. Partiremo con quelli del concorso 2011, poi con la mobilità interregionale e infine procedere con i fuori regione del concorso 2017. Inoltre, vorrei chiarire che non sarà bandito un concorso regionale”.
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L’appello di alcuni dirigenti a Valditara
Nel frattempo scoppia il “caso” delle scuole in reggenza “bloccate” per i presidi fuori regione. Roma è fra le città più ambite. A riportarlo” è Il Tempo. Linda L’Amante, risiede nella Capitale, e attualmente è la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 1 di Arzignano, in provincia di Vicenza. Ha scritto qualche giorno fa alla redazione del quotidiano in rappresentanza di un numeroso gruppo di dirigenti in servizio in regioni diverse da quella di residenza, assunti con l’ultimo concorso nazionale.
Oltre un migliaio, tutti del Centro-Sud – circa 200 sono laziali – e in servizio in regioni del Centro Nord, specialmente Lombardia, Piemonte e Veneto. Il motivo: sollevare la questione della mancata “assegnazione provvisoria” sui posti disponibili di fatto, cioè le scuole dirette da presidi titolari distaccati presso sedi ministeriali, di associazioni etc. che vengono appunto date in reggenza.
Da tempo dialogano con i sindacati, ma per ora la loro situazione resta nel limbo. “Molte scuole nel Lazio sono libere, ma non disponibili perché i presidi titolari sono distaccati – chiarisce L’Amante – ma per noi, dirigenti in servizio in altre regioni, non c’è alcuna norma per poter vedersi attribuiti tali posti in modo temporaneo. Ho due figlie, sto in Veneto da quattro anni, mi trovo bene. Però vorrei tornare a lavorare a Roma, nel mio quartiere Don Bosco, così come altri colleghi”. L’appello è al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Fino a quando non ci sono posti liberi veri e propri ci dia almeno questa opportunità: un’assegnazione temporanea riferita al nostro incarico triennale”.