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Inizio scuola in Sicilia, 60mila alunni in meno in 5 anni. Pierro (Usr): “Un effetto positivo è che non ci sono classi pollaio”

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Diminuiscono gli alunni in Sicilia nell’anno scolastico 2024/2025: come riporta TgR Sicilia, al momento sono 659mila, 9.577 in meno rispetto all’anno scolastico 2023/2024 (-1,4%), e soprattutto 58.517 in meno rispetto agli ultimi cinque anni (-8,1%).

Il caso siciliano

Il numero è, quindi, in costante calo. Ecco le parole del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, Giuseppe Pierro: “Il fenomeno è nazionale, non siciliano. Sicuramente ci dobbiamo interrogare su questo ma questo non ha impatto sulle scuole, il numero di docenti rimane invariato. Un effetto positivo è che non c’è sicuramente sovraffollamento nelle aule”.

I docenti sono 70.890, 57.936 nei posti comuni, 402 in meno rispetto all’anno scorso e 13.954 in quelli di sostegno, invariati rispetto all’anno scorso. Le scuole sono 728, 74 in meno rispetto all’anno scorso e 103 in meno rispetto a cinque anni fa. “La rete scolastica è stata razionalizzata, è un intervento strutturale che non si faceva da anni. In Sicilia esistevano ancora i circoli didattici, istituzione che non esistono più altrove. L’effetto positivo è quello di aver diminuito il numero di reggenze. Ancora un intervento sarà fatto quest’anno. Le scuole saranno dimensionate, non chiuse”, ha concluso Pierro.

Inizio scuola in Sicilia, il messaggio di Pierro (Usr Sicilia)

“Questa Direzione Generale ha messo in campo tante professionalità e strumenti per rendere più tempestiva ed efficace la tutela dei minori in sinergia con le diverse istituzioni locali,”, questo il messaggio del direttore Pierro pubblicato in occasione del primo giorno di scuola ufficiale in Sicilia: “Le nostre antenne sul territorio sono gli Osservatori di area sulla dispersione scolastica e i tanti operatori psicopedagogici che costituiscono oggi una realtà consolidata di questo Ufficio. La speranza è che la nostra attività possa dare davvero un contributo nell’orientare le politiche sociali del territorio. Il ritorno tra i banchi anche di una sola studentessa o studente è un successo per la scuola e per la collettività intera”.

Altro tema toccato nel messaggio è l’educazione all’affettività e al rispetto contro ogni forma di discriminazione perché “sono convinto che i sentimenti si imparino e per questo ho promosso lo scorso autunno le Giornate del cinema per la scuola. Il cinema è un’arte, è un patrimonio dell’industria culturale del nostro Paese che dobbiamo difendere anche avvicinando i giovani al grande schermo. Il mio desiderio è che quanti più giovani possibili possano sperimentare le emozioni che il cinema sa regalare e risvegliare in loro l’empatia necessaria a comprendere i sentimenti altrui.”

Infine, l’importanza di ascoltare i giovani per evitare pericolose situazioni di isolamento o di buio interiore. “Oggi i giovani sono immersi nel digitale per molte ore al giorno; quindi è necessario trasformare questo tempo in un tempo utile”.