L’attuale – si spera non duratura – crisi dovuta alle complicanze per l’approvvigionamento delle materie prime strategiche (commodities) porta a rialzi significativi anche nel mondo della scuola, provocando lo stress economico di famiglie già alle prese con un caro energetico senza precedenti negli ultimi 30 anni.
Penne, matite, quadernoni e via discorrendo condividono materie prime (grafite e derivati in particolare) sempre meno reperibili o, se disponibili, molto complesse da trasformare per via dell’esasperante rincaro energetico derivante dalla crisi degli approvvigionamenti che bloccano il tessuto industriale di interi paesi. Le associazioni di categoria si rivolgono ai Ministeri dell’Istruzione, alla Confconsumatori e alla Confcommercio di tutte le realtà europee, al fine di proporre un tetto al prezzo delle materie prime energetiche e non solo, per ovviare alla scarsa produzione e alle limitate risorse per i consumatori e la scuola.
La scuola e le relative spese rappresentano un esborso importante per le famiglie, già colpite dai rialzi energetici e alimentari, che quest’anno, in base alle rilevazioni del Codacons, devono fare i conti con un rialzo medio del 7%. Così la spesa per il materiale completo può arrivare, secondo l’associazione, a 588 euro a studente, a cui va aggiunto il costo per i libri di testo, che varia in funzione del grado di istruzione e della scuola in oggetto.
Tra le cause, come già citato, figurano la difficoltà di reperimento delle materie prime (plastica, carta e grafite per pastellame) e l’aumento sproporzionato del costo dei trasporti per via del carburante: i consumatori, secondo ricerche dell’associazione, debbono fare i conti con acquisti rateizzati o super offerte dell’ultimo minuto, per assicurarsi un prezzo scontato, forse pari a quello dello scorso anno. Le istituzioni, al momento, salvo qualche singolare iniziativa degli enti locali, non hanno preventivato interventi strutturali al fine di ovviare a crisi dovute a rialzi.
Tutto il Vecchio Continente, assetato di consumo ma povero di risorse materiali, è nella morsa dell’isolamento dovuto al conflitto in corso e alle conseguenti speculazioni sulle ridotte materie disponibili. In Germania, oltre alla chiusura anticipata delle scuole per risparmiare gas naturale e mancati interventi per favorire maggiore efficientamento energetico degli edifici scolastici, fanno discutere gli aumenti, su cui l’esecutivo ha posto prima dei targets limitativi, per poi passare a buoni emessi a favore delle famiglie in difficoltà.
La media a cartella, secondo recenti statistiche, si aggira attorno ai 900 euro, comprensiva dei dati calcolati sul prezzario attuale dei libri di testo. Nel Regno Unito accade lo stesso: buoni per evitare una vera e propria crisi sociale per via del riavvio dell’anno scolastico. Alcune realtà europee, come Francia e Ungheria, hanno provveduto a scorte consistenti al fine di limitare la risalita sensibile dei prezzi.
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