Il sindacalista Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF, Associazione nazionale insegnanti e formatori, ha rilanciato, nel corso di un’intervista Radio Roma, la sua posizione, favorevole, in merito alla riapertura delle scuole a ottobre invece che a settembre, come richiesto dal Cnndu.
“Con questa afa è assurdo iniziare a metà settembre, occorrono buon senso e lungimiranza”, ha detto. “Possiamo iniziare le scuole anche il 1° ottobre. Lo si faceva in Italia negli anni 60 e 70, da allora ad oggi 50 anni sono aumentati di 4°C le temperature medie. Purtroppo, però, in quasi 50 anni le nostre aule continuano a essere quelle che chiamiamo ‘classi pollaio’ ridotte, sovraffollate, ridotte di dimensione, ma soprattutto senza qui climatizzatori che servirebbero per raffreddore gli ambienti.”
E poi ha aggiunto: “Basti pensare che secondo le norme per la sicurezza, più di 24/26°C non dovrebbero esserci nelle classi. Quindi è un problema di qualità della didattica, di qualità del tempo-scuola”.
In questo modo si dovrebbe rimodulare il calendario scolastico. Ma come? Ecco la risposta di Pacifico: “Nessun genitore ha vacanze per tre mesi. Non è necessario che se si inizi dopo, si debba finire dopo perché si potrebbero benissimo recuperare quelle tre ore del tempo scuola che abbiamo annullato settimanalmente negli ultimi 15 anni e, con una ricca calendarizzazione e riformulazione dell’orario, si potrebbe comunque sempre chiudere entro metà giugno”.
Come riportato da Ansa, Pacifico aveva già dichiarato che con le alte temperature è irragionevole iniziare le lezioni entro metà settembre e propone di posticiparle ad ottobre. Sostiene che, in linea con le mutate condizioni climatiche, anche i cicli produttivi e la pubblica amministrazione dovrebbero adeguarsi.
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani ha contattato i principali rappresentanti del settore pediatrico e pedagogico, chiedendo un parere scientifico sull’opportunità di ritardare l’avvio dell’anno scolastico 2024/2025. In precedenza, il Coordinamento aveva già suggerito al ministro Valditara e alle Regioni di considerare questa opzione per evitare rischi di malori tra gli studenti più vulnerabili e gli insegnanti, spesso di età avanzata.
Dall’altro lato, molte associazioni di genitori evidenziano come tre mesi di chiusura delle scuole siano già troppi. Le famiglie devono affrontare i costi elevati dei centri estivi, e pochi genitori possono permettersi tre mesi di ferie. La difficoltà di conciliare lavoro e famiglia durante la lunga pausa scolastica è una problematica rilevante. Diverse petizioni, alcune con oltre 60.000 firme, chiedono una revisione del calendario scolastico. Una di queste sottolinea come la prolungata chiusura scolastica amplifichi le disuguaglianze, favorisca la perdita di competenze cognitive e relazionali nei bambini e negli adolescenti, e renda difficile per i genitori bilanciare vita e lavoro, costringendoli a ricorrere a costosi campi estivi senza alternative più economiche.
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