In coincidenza con il ritorno in classe di 5,6 milioni di alunni, alcuni casi di positività al Coronavirus erano praticamente scontati. A dirlo erano stati anche il premier Giuseppe Conte – che ha prolungato lo stato di emergenza per il Covid-19 – e la stessa ministra Lucia Azzolina, la quale ha parlato più volte di impossibilità di attuare il rischio zero. Allo stesso modo, era prevedibile che alcune scuole non riaprissero i battenti perché ancora non pronte ad accogliere gli alunni in sicurezza. I casi che si sono registrati, però, non sembrano così trascurabili.
In provincia di Gorizia, a Monfalcone, un docente dell’Isis Michelangelo Buonarroti è risultato positivo al coronavirus e 115 studenti, appartenenti a cinque classi dell’istituto, sono stati sottoposti, in via cautelativa, a isolamento fiduciario.
L’insegnante – ricostruisce la Regione Friuli Venezia Giulia – è stato sottoposto a tampone l’11 settembre, contestualmente all’applicazione della disposizione di quarantena, quando le lezioni curricolari erano già riprese (il 7 settembre): il 14 settembre, una volta confermato l’esito positivo del test, è quindi scattato l’isolamento fiduciario.
Sempre secondo quanto riferito dalla Regione, si tratterebbe di un caso di infezione derivante da un contatto indiretto con una persona proveniente dall’Est Europa.
Ricostruendo la catena dei contagi, le autorità sanitarie hanno scoperto che l’uomo è stato infettato dalla moglie, la quale aveva contratto la malattia dalla badante della madre, recentemente rientrata dalla Romania, hanno spiegato il vicegovernatore del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, e l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen.
Una volta scoperto il primo caso di positività – puntualizza la Reigone – sono stati avviati i controlli e sono stati sottoposti a tampone, oltre alla badante e alla suocera, anche la moglie del docente e infine quest’ultimo. La decisione di isolare gli alunni, conclude la Regione, è stata assunta “per garantire la massima tutela per alunni e docenti”.
Da martedì 15 settembre su tutti gli studenti saranno eseguiti i tamponi, ovvero a partire da 4 giorni dopo la possibile esposizione al virus.
Destino simile per un’intera classe e tre maestre della scuola primaria nel comune di Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara: gli alunni il 14 settembre sono entrati in classe alle 8 di mattina, ma alle 8,30 sono già stati posti in quarantena.
La decisione è stata presa perché la bambina della classe ha ricevuto l’esito positivo del tampone anti Covid la stessa mattina. E poiché la scorsa settimana aveva già partecipato ad alcune lezioni prescolastiche con i suoi compagni, l’Ufficio di Igiene ha predisposto la quarantena per l’intera classe, 18 bambini, e per le tre maestre.
Sempre per un caso di positività al Coronavirus di un dipendente è stata disposta la sospensione delle attività scolastiche previste a partire da oggi nell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Bitritto, nel barese.
Il caso di positività riguarda il plesso di via Mercadante dove ha sede la scuola secondaria di primo grado che dal 14 settembre avrebbe dovuto accogliere gli studenti per un pon.
La scuola pugliese ha spiegato che “a seguito del riscontro di positività di un dipendente, è stata avviata dalla Asl la procedura prevista dal protocollo per il contenimento dei contagi. Pertanto, in via precauzionale, al fine di tutelare la salute delle alunne e degli alunni, nonché del personale tutto, sono sospese le attività in presenza programmate per questa settimana”.
Non è stata sinora presa alcuna decisione, invece, nell’istituto comprensivo Don Milani di Brandizzo, nel Torinese: la scuola ha regolarmente aperto, il 14 settembre, nonostante un caso di positività al Coronavirus tra gli insegnanti.
Una maestra della scuola primaria aveva comunicato sabato l’esito positivo del tampone al dirigente scolastico: valutati i protocolli sanitari, non si sono resi necessari ulteriori provvedimenti e nel plesso le lezioni sono iniziate regolarmente.
Intanto, una percentuale non marginale di scuole ha deciso di rinviare l’inizio delle lezioni. La mancanza degli arredi e degli spazi adatti, sommata al voto referendario e amministrativo di fine settimana, hanno convinti diversi Consigli d’Istituto a far slittare il rientro in classe (preoccupandosi anche di motivarlo e di predisporre il calendario per il recupero delle ore perse).
Dai risultati di un sondaggio di Skuola.net, svolto su 4 mila studenti di medie e superiori, risulta che “nelle regioni in cui si è scelto di ripartire oggi, circa 1 su 10 la scuola non è riuscita ad attrezzarsi in tempo con le norme anti-Covid e posticiperà l’apertura, nella migliore delle ipotesi, nei prossimi giorni”.
Anche i dati ufficiali confermano l’esito del sondaggio. Nel Lazio, dove la giunta regionale ha confermato l’avvio scolastico per il 14 settembre, solo “il 70% degli istituti – ha riferito l’assessore alla Scuola della Regione Lazio Claudio Di Berardino – questa mattina ha aperto ufficialmente l’anno scolastico. Nella Capitale il dato è ancora più alto, con circa il 90%. Si tratta di dati importanti, segno che tutto il lavoro preparatorio dei mesi scorsi ha portato a risultati adeguati per una ripartenza in sicurezza delle attività”.
Nel Lazio, quindi, “il 30% delle altre scuole riaprirà, in virtù dell’autonomia scolastica e di alcune ordinanze comunali, il 24 settembre”, ha concluso l’assessore.
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