Con l’inizio dell’anno scolastico 2023/2024 in Alto Adige, in cui la campanella è suonata oggi, 5 settembre, torna il dibattito sui voti a scuola. Nella regione, infatti, oggi entra ufficialmente in vigore una legge provinciale che abolisce i voti sotto il quattro. Lo riporta Ansa.
Il modello ricalca quello di Austria e Germania, dove a quanto pare esiste un solo voto negativo. La legge aveva sollevato un polverone, tra detrattori e sostenitori. A portarla avanti Philipp Achammer, assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca, che si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella.
“Non hanno alcun valore educativo e pedagogico”, ha spiegato Achammer, che ha acceso un vero e proprio dibattito sul tema delle valutazioni degli studenti a scuola, dopo che si parla da tempo di una vera e propria “scuola senza voti”. Per i sostenitori, ovvero la stragrande maggioranza, un 2 e un 3 sono un pesante macigno, senza alcun effetto pedagogico. Il fronte del no, che nel dibattito rappresenta una piccola minoranza, evidenzia invece che in questo modo vengono premiati i fannulloni.
“Siamo i primi in Italia a non scendere sotto il 4 e come papà sono favorevole. In questo modo diamo una mano agli studenti a non essere troppo demoralizzati”, ha commentato il consigliere comunale Roberto Selle. “Il nostro leitmotiv è ‘nessuno rimane indietro’, perché la scuola pone le basi della nostra società e per questo deve essere inclusiva”, sottolinea l’assessore alla scuola di lingua italiana Giuliano Vettorato.
Il dibattito ha spinto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a dire la sua. Quest’ultimo ha detto che non bisognerebbe dare così tanto peso alle valutazioni, che racchiudono semplicemente un giudizio temporaneo. “Nella mia visione di scuola ciò che conta saranno i giudizi contenuti nel portfolio che devono servire al ragazzo e alla famiglia per cogliere criticità, opportunità, potenzialità, raggiungimento di risultati, abilità etc”, ha detto.
“I voti servono solo come indicatori temporanei durante l’anno e possono essere declinati nella misura più utile allo studente e al docente. Una scuola positiva e amica considera il voto come semplice indicatore del livello raggiunto in quel momento”, questa la sua visione.
Qualche mese fa abbiamo chiesto ai nostri di lettori la loro opinione in merito con un sondaggio. A partecipare sono stati in prevalenza insegnanti, che hanno inviato il 73.8% delle risposte, mentre il 14.5% sono stati genitori, il 9.2% dirigenti scolastici e il resto appartenenti alla categoria “altro” composta da studenti, personale Ata e lettori non addetti ai lavori. Ebbene, tra i docenti il 70% non si è detto d’accordo con la proposta.
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