Ieri, 11 settembre, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato intervistato dal Tg1 all’interno del istituto scolastico che ha frequentato da ragazzo, il Giovanni Berchet di Milano. “Insisto molto su una scuola in presenza”, ha detto il ministro, ricordando le relazioni tessute in classe.
Ed ecco alcune battute in merito ai numeri delle assunzioni dei docenti di quest’anno: “Abbiamo assunto quest’estate, in ruolo, oltre 40mila docenti precari e sta per partire un bando di concorso per altre 40mila unità. Una novità che voglio introdurre: i docenti sul sostegno dovrebbero rimanere per l’intero ciclo scolastico dello studente nella stessa sede”.
“Entrate in queste aule con serenità e chiedete alle istituzioni, alla scuola, che questo clima di serenità, di dialogo, di rispetto possa ispirare sempre i vostri giorni”, questo il messaggio di Valditara agli studenti che si apprestano a tornare in classe.
Come abbiamo scritto ieri, l’anno scorso il Mef aveva autorizzato 94.130 assunzioni, ma a dicembre 2022 ben 51.151 posti di ruolo risultavano ancora scoperti. “Abbiamo assegnato il 79,9% dei posti autorizzati dal Mef contro il 47% dello scorso anno”, rivendica il ministro. Ma i posti disponibili in realtà sono 81.023, solo che il Mef su indicazione di viale Trastevere ne ha autorizzati meno (50.807), riservando gli altri al concorso atteso a settembre. Se il confronto è fatto con gli effettivi posti vacanti, la percentuale di assunzioni scende al 50%.
I circa 30mila posti che rimangono esclusi da questo conteggio, quindi, sono stati automaticamente considerati da assegnare in seguito al prossimo concorso. Siamo in attesa che venga bandito questo concorso, sperando che non vengano prolungati ulteriormente i tempi.
In attesa della riforma del reclutamento (stiamo ancora aspettando che venga pubblicato il DPCM annunciato questa estate) la fase transitoria si preannuncia alquanto macchinosa. Dopo un anno di attesa, è stato firmato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definisce i nuovi percorsi di formazione iniziale degli insegnanti della Scuola secondaria di I e II grado. Il provvedimento è stato varato al termine di un’articolata interlocuzione con la Commissione europea e dopo il confronto con le Organizzazioni sindacali e l’acquisizione dei pareri degli organi consultivi rappresentativi del mondo della scuola e di quello accademico, di cui sono stati recepiti molteplici suggerimenti e indicazioni.
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