Per arginare l’effetto del nuovo Isee, che quest’anno rischia di escludere dalla borsa di studio fino al 20% degli studenti, si starebbe concretizzando l’obiettivo, già entro fine febbraio, di rivedere al rialzo la soglia massima dell’Isee per l’accesso alle borse: il nuovo decreto del Miur, stando a quanto pubblica Il Sole 24 Ore, dovrebbe portarla a 23mila euro (oggi è 21mila).
La tagliola del nuovo Isee che con i nuovi criteri di calcolo sta escludendo dai benefici previsti dal diritto allo studio migliaia di studenti in tutta Italia, sarà rivisto dunque al rialzo. L’obiettivo del Miur in ogni caso è quello di provare a vararli entro l’estate.
A stretto giro arriva la replica dell’Udu, per il quale l’obiettivo principale «dovrebbe essere quello di disegnare finalmente un sistema che comporti un ampliamento significativo della platea degli studenti che beneficiano del diritto allo studio. Non si tratta soltanto di eliminare la figura tutta italiana dell’idoneo non beneficiario (secondo gli ultimi dati dell’ufficio statistico del Miur, nell’anno accademico 2014/2015 gli idonei non beneficiari sono stati più di 38mila) – aggiunge – ma di definire criteri di accesso alla borsa di studio e ai servizi ad una platea decisamente più ampia di quella attuale. In Italia infatti, meno del 10% degli studenti accede ai benefici, contro dati decisamente più elevati degli altri paesi europei». Da qui l’appello a risolvere innanzitutto il problema dell’Isee che ha determinato un crollo degli idonei.
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Per questo l’Udu chiede di arrivare, da un lato, a una ridefinizione delle soglie Isee che «sia funzionale non soltanto al riassorbimento delle problematiche derivanti dal mancato adeguamento di quest’anno, ma a un incremento considerevole della platea degli aventi diritto»; dall’altro, a innalzare le soglie Ispe«in modo tale da renderle ininfluenti per l’accesso alle borse di studio, con la prospettiva di eliminare definitivamente questo indicatore dai criteri». Senza dimenticare il doppio appello finale a evitare il rimpallo di responsabilità tra stato e regioni sui finanziamenti e a definire i Lep «in modo chiaro e capillare, nell’ottica di tenere conto di tutte le necessità legate alla condizione studentesca».
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