Oggi, nel giorno in cui si apprende dalla stampa che la Danimarca è il primo paese europeo a togliere l’obbligo di Green Pass e tutte le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria, in Italia il personale della scuola che vorrebbe esercitare il proprio diritto di libertà di fronte al vaccino viene ancora chiamato, in modo sprezzante, “no vax” e costretto a fare i conti alla fine del mese con quel “rimborso spese” che gli avanza dopo avere pagato le farmacie di turno per fare i tamponi e scaricare il fantomatico “lascia passare”.
Mi rivolgo da docente ma anche da madre, moglie, cittadina italiana a quanti ancora non vogliono vedere una verità molto semplice: la politica è riuscita ad impadronirsi dell’emergenza sanitaria per dividere i cittadini, i lavoratori, creare distanziamento e isolamento sociale trovando un capro espiatorio, i “no vax”, sprezzantemente identificati come gli “irresponsabili”, coloro che non si piegano alle leggi dello Stato e che non credono nella solidarietà. Tutto questo è soltanto e unicamente discriminatorio, ingiusto, sleale.
A luglio è stato prorogato lo Stato di emergenza: ma di quale emergenza stiamo parlando? Non c’è più alcuna emergenza da mesi, le scelte di altri paesi ce lo stanno dimostrando, e a piccoli passi la speranza è quella che anche altri comprendano l’esigenza di tornare alla vera normalità, alla scuola come la conoscevamo, non quella tanto proclamata dei vaccinati che ancora indossano obbligatoriamente le mascherine o dei genitori costretti a pagare per fruire un servizio pubblico.
La scuola che ci appartiene è non soltanto opificio di cultura ma una comunità educante che include una pluralità di pensieri e opinioni, compatta e priva di pregiudizi imposti, priva di “violenza” – per citare le parole del Ministro Bianchi crudamente rivolte ai lavoratori non vaccinati – e, soprattutto, consapevole che questa grande “bugia” volta a mettere al bando le persone più che ad affrontare problematiche ataviche mai risolte dai Governi, debba presto finire.
Lettera firmata
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