La notizia aveva occupato per qualche giorno le pagine dei giornali e dei siti web. Dopo la vittoria della Roma in Conference League, i bambini di una classe di quinta elementare erano stati costretti ad ascoltare e intonare l’inno della Roma dall’insegnante.
Un episodio che, sembrava, avesse fatto storcere il naso ad alcuni genitori (in particolare quelli di fede laziale). A distanza di qualche giorno arriva una lettera firmata dagli stessi genitori che abbassano decisamente i toni e provano a distogliere le attenzioni dall’episodio e dalla classe:
“Prima di tutto ci preme evidenziare che nessuno dei nostri bambini ha riportato a noi genitori alcun fastidio o sofferenza, né tantomeno traumi per aver cantato insieme l’inno della Roma. I bambini si sono divertiti e hanno portato a casa questa esperienza come positiva e divertente per loro. Il bambino che si è messo a piangere? Vogliamo chiarire che non era per l’inno della Roma ma perché stava male, come confermato dalla madre che è venuto a prenderlo prima perché aveva la febbre”.
“Siamo dispiaciuti perché un momento ludico e divertente vissuto in classe è stato trasformato per montare una polemica che offende noi e soprattutto la nostra meravigliosa maestra, alla quale riconfermiamo la nostra stima e la nostra fiducia per quanto ha fatto per i nostri bambini che la amano moltissimo”.