Facendo la premessa che la sola iniezione di software e di hardware, senza una riflessione metodologica seria, non basta per rendere la scuola davvero formativa e innovativa, vediamo come gli addetti ai lavori vedono la didattica innovativa.
Secondo loro i docenti dovrebbero condividere una visione del sapere e dell’apprendimento che superi l’idea della trasmissione diretta della conoscenza e si dovrebbe arrivare ad una rilettura del ruolo e dei compiti del docente, di che cosa si debba intendere per “studente competente”, nonché delle pratiche didattiche più adeguate al raggiungimento dei diversi obiettivi.
Inoltre, è opportuno tener conto di alcuni aspetti:
• L’innovazione delle metodologie didattiche non può che essere un processo che ha bisogno di tempo per essere metabolizzato ed efficacemente attuato.
• Modalità didattiche innovative non devono necessariamente sostituire le altre modalità tradizionali ma dovrebbero essere progressivamente presenti nel percorso educativo, anche attraverso una introduzione per gradi.
• Gli insegnanti devono appropriarsi di tali modalità e non vederle come forme “episodiche” di didattica.
• L’innovazione didattica dovrebbe idealmente essere una scelta condivisa fra insegnanti di una stessa scuola o rete di scuole e non prerogativa del singolo insegnante.
• La formazione degli insegnanti deve rivestire un ruolo chiave a tal proposito e dovrebbe essere attuata anch’essa mettendo in atto metodologie innovative, quindi, in generale, dovrebbe avere una forte valenza di auto-efficacia, di soddisfazione, di motivazione e di coinvolgimento.
Quindi è importante un cambio di prospettiva, anche da parte degli studenti che vanno accompagnati in un percorso di responsabilizzazione nei confronti del proprio apprendimento.