Una signora di 44 anni di Salzano è stata condannata dalla Corte dei conti del Veneto a restituire al ministero dell’Istruzione poco meno di 36mila euro, oltre a rivalutazione monetaria e interessi, pari all’ammontare degli stipendi incassati indebitamente per l’attività di insegnamento svolta tra il settembre del 2019 e il giugno del 2021.
Secondo quanto pubblica Il Gazzettino.it, la donna per due anni scolastici avrebbe ricoperto l’incarico di insegnante di sostegno presso l’istituto comprensivo di Zelarino, senza aver mai conseguito il titolo di studio necessario all’insegnamento.
Tutto sarebbe nato da una segnalazione pervenuta al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale che a sua volta comunicava l’avvio di un procedimento disciplinare a carico della signora, che si concludeva con il suo licenziamento.
Secondo quanto veniva rilevato, la donna aveva attestato il possesso del titolo di studio, sia ai fini dell’inserimento nelle graduatorie provinciali e di istituto per il conferimento di incarichi di supplenza, sia all’atto dell’assunzione.
In modo particolare, si legge sul quotidiano, la donna avrebbe dichiarato di aver conseguito nel 2020 il diploma di maturità magistrale presso il liceo scientifico del suo comune di nascita, mentre dagli accertamenti effettuati dalla procura della Corte dei conti veniva appurato che la donna non avrebbe conseguito alcun diploma, contrariamente a quando da lei dichiarato, anche perchè la maturità magistrale non si consegue in un liceo scientifico.
Da qui, la decisione della Corte che ha ritenuto la donna colpevole di avere illecitamente ottenuto il conferimento di una supplenza mediante false dichiarazioni.
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