Esimio Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara,
da poco sono iniziate le audizioni per la proposta di legge C. 630, avanzata dall’On. Rizzetto (FDI) volta all’introduzione dell’insegnamento, nelle scuole secondarie di II grado, del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sebbene, però, la proposta di legge parli espressamente di Diritto del lavoro oltre che di sicurezza sui luoghi di lavoro, solo la seconda materia sembra essere stata considerata con la giusta dignità, prevedendo per essa una copertura finanziaria di 25 milioni di euro annui e l’inserimento di un’ora a settimana per il suo insegnamento.
Al contrario, per il diritto del lavoro non sono previsti nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato e sono stabilite solo 33 ore annue nel monte ore già fissato.
La materia, inoltre si attribuirebbe al docente di diritto ed economia, se presente nell’istituto, attraverso un insegnamento trasversale.
Saltano all’occhio le similitudini con l’attuale legge n. 92/2019 sull’educazione civica, pertanto non potranno sfuggire le già note conseguenze negative di un tale approccio.
Non è possibile, infatti, negare come l’insegnamento trasversale dell’educazione civica abbia creato grande confusione sia tra gli studenti, che talvolta non capiscono nemmeno come e cosa studiare e sia tra i docenti, che devono svolgere un compito troppo impegnativo, sacrificando ore dedicate alla loro materia, senza alcuna garanzia di omogeneità degli gli argomenti trattati.
Ed allora, non sarebbe prima il caso di sistemare, una volta per tutte, la questione dell’educazione civica, attribuendola, con un orario prestabilito, esclusivamente al docente di discipline giuridico economiche, assumendoli, lì dove non presenti nella scuola?
Al contrario, si arriverebbe all’assurdo per cui ci sarebbero, addirittura, 66 ore annue trasversali di diritto del lavoro ed educazione civica, attribuite ad uno qualsiasi degli insegnanti disponibili, nonostante ci siano docenti laureati ed abilitati già appositamente formati!
D’altronde, è da tempo che in tantissimi rivendicano l’attribuzione dell’educazione civica ai docenti della classe A046, e sarebbe persino auspicabile che il diritto e l’economia politica venissero insegnati in tutti i bienni degli istituti superiori.
Fenomeni come il bullismo e la violenza, infatti, non si combattono con 33 ore l’anno di pseudo progetti!
Eppure, non sembra affatto sbalordire che, oggi, uno studente sia in grado di conoscere le leggi scientifiche più complesse o di tradurre un arduo testo classico in greco antico, ma presenta enormi difficoltà a comprendere l’architettura istituzionale del nostro Paese e quali siano i propri diritti e doveri!
Forse, esimio Ministro, bisognerebbe domandarsi se effettivamente a qualcuno interessi che i nostri alunni sviluppino in maniera adeguata il senso civico e la giusta sensibilità per inserirsi nella nostra società, proprio come richiesto dall’Agenda 2030.
Valentina Rapillo
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