I lettori ci scrivono

Insegnante di sostegno sì, ma non per sempre

Sono una docente in ruolo sul sostegno, voglio manifestare il mio dissenso verso la nuova proposta del MIUR che ci discrimina ulteriormente e lede la nostra professionalità come insegnati sulla disciplina.

Mi riferisco alla proposta inserita dal MIUR nella bozza del prossimo contratto di mobilità del personale docente che mira a ridurre al 50 % i trasferimenti da sostegno a materia, fino a questo momento avvenuti sul 100% dei posti disponibili.

I docenti di sostegno sono già stati oggetto di ingiustizia durante il precedente governo, quando l’assunzione tramite la “Buona scuola” non ha permesso di scegliere se entrare in ruolo su materia o sostegno e di fatto ha costretto i docenti con doppia abilitazione ad accettare il ruolo sul sostegno con un vincolo di 5 anni, con il conseguente sorpasso da parte dei colleghi con un punteggio più basso in graduatoria.

In questi anni ho capito che nella scuola non esiste equità e meritocrazia, soprattutto nelle modalità di reclutamento che cambiano al cambiare di ogni governo, ma ora mi sento nuovamente vittima di tale sistema.

Come tanti colleghi ho svolto con professionalità e serietà il mio lavoro, e ora, avvicinandomi allo scioglimento del vincolo sul sostegno, provo il sano desiderio di insegnare la materia che amo e a cui ho dedicato tanti anni di studio.

Un provvedimento del genere, probabilmente una snella procedura funzionale pensata per far fronte alla carenza di insegnanti di sostegno o forse per creare dei posti sulla disciplina per il nuovo concorso 2019, non tiene conto delle persone, del lato umano e della loro professionalità.

Mi ritengo fortunata perché amo questo mestiere, ma non vorrei sentirmi costretta a stare in un ruolo quando non lo sentirò più il mio, non credo, infatti, che un insegnante infelice possa svolgere adeguatamente il proprio lavoro.

Dafne Dagna

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