Il bonus docente di 500 euro di una maestra in pratica è andato tutto in libri per la biblioteca scolastica.
«L’ho fatto per il bene della scuola – riporta Il Messaggero Veneto.- Non voglio protagonismi né medaglie, perché il bene dell’istruzione è molto diverso dalla Buona scuola».
«Brava la maestra che ha dato un esempio al pianeta istruzione pordenonese: il 90% non vuole assegni di “premialità” sulla base di giudizi soggettivi dei dirigenti nè bonus – commenta un sindacalista FlcCgil –. La generosità vince su tutto: come la maestra di Porcia si sono comportati altri colleghi che hanno rinunciato all’assegno. È un altro pasticcio della Buona scuola che va abolita con tutta la sciagurata legge di riforma della legge 107».
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Il vortice degli assegni-bonus per i docenti e degli acconti all’80% ha avuto un altro effetto. «Il carico di lavoro delle segreterie – dice indignato sempre i sindcalista – è inaccettabile. Lo “sciopero del bonus” che hanno fatto tanti docenti nelle superiori e medie provinciali è un altro esempio del rifiuto a maggioranza della legge di riforma numero 107».
Tanti insegnanti hanno deciso di rinunciare all’incentivo che lo Stato ha assegnato. Pollice verso, quindi, sulla riforma Buona scuola: l’alternativa è quella di fare il gran rifiuto.
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