Il caso dell’insegnante che esulta su FB per la morte di un carabiniere (salvo poi scusarsi subito dopo) pone una questione importante.
Al di là del fatto che un insegnante dovrebbe rappresentare per gli studenti e le famiglie un punto di riferimento importante sotto il profilo etico, un esempio da seguire, c’è una domanda alla quale cerchiamo di dare una risposta in queste righe.
Ma, con precisione, in base a quale norma di legge o di regolamento un comportamento privato può essere rilevante sotto il profilo della responsabilità disciplinare?
La risposta sta nell’articolo 13 del TU n. 3 del 1957, il primo testo unico sui dipendenti pubblici.
L’ultimo comma dell’articolo recita: “Fuori dell’ufficio, l’impiegato deve mantenere condotta conforme alla dignita’ delle proprie funzioni”.
La disposizione in questione non è mai stata abrogata o modificata, contrariamente ad altre norme contenute in un testo unico che ha ormai più di 60 anni, e dunque è tuttora in vigore.
Va comunque precisato che sono destituite di ogni fondamento le notizie circolanti in rete secondo cui all’insegnante sia già stato notificato un provvedimento disciplinare.
Per arrivare al provvedimento, infatti, è necessario innanzitutto che venga avviato il procedimento. All’insegnante, cioè, dovranno essere preliminarmente contestati gli addebiti (e cioè la violazione della disposizione dell’ultimo comma dell’articolo 13 del TU del 1957) quindi dovrà essere concesso il tempo per la difesa e dovrà essere convocata per l’audizione. Questa fase iniziale dura mediamente una trentina di giorni e solo successivamente l’Amministrazione potrà disporre la sanzione.
L’articolo 13 del TU del 1957 è poco noto ed è anche poco utilizzato nei procedimenti disciplinari perchè non sempre è facile decidere cosa si debba intendere con ‘espressione “condotta conforme alla dignità delle proprie funzioni”.
Nell’incertezza, però, forse è bene comportarsi fuori dall’ufficio seguendo almeno le regole del buon senso e della convivenza civile fra le persone. E certamente dimostrare soddisfazione per la morte di un altro cittadino non è esattamente un comportamento esemplare.
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