Insegnanti uccisi, proteste, piazze paralizzate, diritti negati, pensioni in arrivo dopo quasi mezzo secolo di contributi versati, strutture vetuste ed obsolete, reclutamenti lenti e spesso non aderenti alle reali necessità di organico. Questa un’istantanea, anche se temporanea, di un sistema povero di interesse politico esterno ed investimenti diretti, strutturali ed efficaci. I docenti, oltre al generale trattamento economico inadeguato rispetto al welfare contrattualmente e faticosamente garantito, lamentano generali problemi di sicurezza nelle aule e nelle pertinenze prossime agli istituti.
Ciò è dovuto alla recente ondata di violenze, innescata da una crisi sociale sviluppatasi a seguito di quella economica (polverizzazione del potere d’acquisto, disoccupazione diffusa ed inflazione galoppante) a danno di un corpo docente pressoché indifeso e senza risorse per difendersi. Il caso di Saint-Jean-de-Luz, piccolo centro francese, ha scosso gli animi del settore educativo: l’accoltellamento di un docente con una tale violenza ha indotto i sindacati a dichiarare sciopero la prossima settimana.
Uno studente delle superiori ha accoltellato a morte un insegnante in una scuola della cittadina francese di Saint-Jean-de-Luz. Il portavoce del governo francese Olivier Véran ha reso noto e confermato l’aggressione di mercoledì e ha detto che l’autore aveva 16 anni ed era uno studente dell’istituto. La polizia si è recata sul posto, presso la scuola Saint-Thomas d’Aquin con il procuratore locale, dove lo studente è stato immobilizzato e condotto in commissariato.
Il quotidiano francese Sud Ouest ha scritto che l’aggressore è entrato in classe mentre l’insegnante stava tenendo una lezione di spagnolo e l’ha aggredita ferocemente al petto con un coltello da cucina. L’insegnante aveva circa 50 anni ed è deceduta poco dopo per arresto cardiaco dopo che i servizi di emergenza sono giunti a scuola, hanno riferito i media locali. La stazione televisiva francese BFM ha precisato che l’aggressore ha chiuso a chiave la porta dell’aula e ha pugnalato l’insegnante al petto.
Il procuratore locale Jerome Bourrier ha affermato che un’indagine è stata aperta dalla polizia locale per omicidio e il sospetto era in custodia cautelare presso un penitenziario della zona. Ha aggiunto che il sospetto non era noto alla polizia o al sistema giudiziario nazionale, ovvero non aveva commesso reati, neanche di mera entità. Il pubblico ministero terrà una conferenza stampa il prossimo giovedì pomeriggio per fornire ulteriori dettagli sulle indagini. Il ministro dell’Istruzione francese Pap Ndiaye ha definito l’attacco “una tragedia di estrema gravità” e ha espresso le sue condoglianze alla famiglia della vittima ed all’istituto.
“Oggi è un momento di sofferenza, commozione e di solidarietà”, ha espresso in visita alla scuola dove si è verificato il fatto. “L’intera nazione è qui presente per esprimere il suo dolore e la sua emozione”, ha inoltre aggiunto. I media locali hanno riferito che lo studente potrebbe aver sofferto di problemi di salute mentale, innescati da una situazione familiare complessa. In una conferenza stampa, Véran ha affermato che il governo sosterrà gli educatori in tutto il paese a seguito dell’aggressione verificatasi a Saint-Jean-de-Luz.
“Riesco a malapena a immaginare il trauma che questo rappresenta”, ha detto. Le aggressioni, anche mortali, a danno dei docenti durane lo scorso anno scolastico in Francia ammontano a 28, di cui 2 per le quali sono stati registrati decessi.
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