Le colpe della spirale di violenza verso i docenti sono anche di chi governa il Paese: quando esponenti politici e istituzionali si lasciano andare frasi di condanna contro i presunti ‘docenti fannulloni’, non si rendono conto che stanno minando la loro dignità professionale e il ruolo centrale che investono nella società per la formazione dei giovani? A sostenerlo è Angelo Basta, segretario provinciale della Flc-Cgil di Foggia, che ha così commentato il grave fatto di cronaca di qualche giorno fa, con il padre di un alunno, poi arrestato, che ha aggredito il vicepreside, costringendolo 30 giorni di prognosi, perché si era permesso di rimproverare il figlio in modo ritenuto troppo brusco.
Mentre sfilava per le vie di Foggia, assieme a più di 500 persone – in prevalenza docenti, studenti e genitori di alunni. ma anche dirigenti scolastici, tra cui Ida La Salandra, il capo d’istituto della scuola media ‘Murialdo’ teatro dell’accaduto del 10 febbraio –, il sindacalista ha detto che certi episodi si verificano “quando chi ha governato e chi governa si lascia andare a frasi del tipo ‘docenti fannulloni’ e si colpisce quella che è la dignità dei docenti e il ruolo istituzionale”.
“Chiediamo rispetto e dignità e sicurezza – ha proseguito Basta – per chi svolge il proprio ruolo e politiche e azioni che ridiano dignità e rispetto per chi lavora nella scuola”.
Durante il corteo, il concetto è stato espresso più volte: torniamo a dare “dignità e sicurezza nelle scuole”. Un obiettivo che non può passare senza il rispetto dei docenti e del loro operato.
Pretendiamo che “la politica e anche l’amministrazione scolastica – ha detto il segretario regionale della Cisl Scuola, Roberto Calienno – intervengano per ridare organi e strutture adeguati, mettendo i docenti nelle migliori condizioni per lavorare al meglio per l’istruzione degli alunni”.
Come abbiamo già scritto, l’ondata di aggressioni dei genitori dei docenti non è confinata determinate province e regioni: nello stesso giorno del corteo di Foggia, l’assessore veneto all’istruzione Elena Donazzan ha inviato una significativa lettera al professor Giuseppe Falsone, l’insegnante di Casteller di Paese (Treviso) minacciato e picchiato dai familiari di un alunno che aveva rimproverato.
“Dobbiamo rimettere in ordine i principi, a partire dai doveri, dal rispetto delle regole e dei ruoli”: ha scritto l’assessore.
Tra l’altro il docente di scuola media è oggetto di un procedimento disciplinare da parte della dirigente scolastica come “un atto dovuto a sua garanzia”, mentre ha formalizzato nelle scorse ore ai Carabinieri una denuncia nei confronti del genitore per percosse, minacce, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale.
L’insegnante, secondo quanto ha riferito, è stato preso a spintoni e ceffoni da un genitore per aver rimproverato suo figlio, invitandolo ad uscire durante la ricreazione.
Il docente ha anche inviato una lettera al ministro Fedeli, denunciando di essere rimasto solo.
Nell’esprimere “vicinanza e solidarietà all’insegnante”, l’assessore sottolinea che quanto capitato “trascende ogni limite e ogni possibile giustificazione”.
“Capisco la sua amarezza – dice Donazzan – non solo per l’atto lesivo di cui è stato vittima ma soprattutto per essere ora sottoposto a verifiche interne alla scuola”. Per l’assessore veneto, è necessario “ripristinare i ruoli sociali, perchè altrimenti chi sta fuori dalle regole imporrà le proprie a forza di atti di violenza come accaduto all’insegnante, a troppi altri colleghi o a quell’anziano in provincia di Pistoia”.
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