Insegnanti calabresi continuano protesta con il blocco scrutini

Il coordinamento di “insegnanti calabresi”, dopo il seminario del 23 maggio che ha visto la nascita del 29° Comitato Lip di Lamezia e dell’Associazione locale “Per la Scuola della Repubbllica”, hanno partecipato alla manifestazione con fiaccolata indetta dai Sindacati Confederali “contro la Riforma della scuola di Renzi (ddl 1934)venerdì 5 giugno davanti all’USR Calabria.
Gli “Insegnanti calabresi” preannunciano anche il blocco degli scrutini, previsti per i giorni 11, 12 e 13 giugno.
Durante la fiaccolata del 5 giugno è stata lanciata la proposta della costituzione di una “Associazione di tutela legale di docenti indipendenti”.
La costituzione di un organo autonomo dai sindacati che abbia personalità giuridica e anche autonomia di spesa crediamo possa essere un deterrente alle inevitabili azioni di prepotenza, abuso e corruzione che si verranno a creare. A fianco ai sindacati crediamo che l’azione di una organizzazione di esclusiva azione di tutela legale di mutuo soccorso, composta da personale della scuola possa di fatto determinare un punto di forza e di riferimento nei conflitti nel mondo della scuola.
Dopo i flash – mob coi lumini e coi libri auto – organizzati dai docenti in tutta Italia, ora con le fiaccole nelle piazze di centinaia di città sono scesi in campo i sindacati uniti, che hanno già dato prova della forza che si può avere agendo in maniera congiunta con lo sciopero del 5 maggio, che ha visto una straordinaria adesione in tutte le scuole.
La parola d’ordine è sempre la stessa: “Ritiro della Riforma”.
Non si crede che ci possano essere aggiustamenti a questo disegno di legge. Non basta emendare. Perché l’articolo più insidioso e quello che si intende lasciare libero da eventuali emendamenti è l’articolo 22, quello delle deleghe in bianco per il Governo su altri settori delicati della Scuola, come il Sostegno e il Testo Unico.
Con questo il governo avocherebbe a se la facoltà di legiferare senza consultazione alcuna con gli altri organi di governo sulla effettiva riforma della scuola, a cominciare dal contratto collettivo, che di fatto al momento è quello che ostacola la famigerata “chiamata diretta”.
Oltre all’adesione allo sciopero degli scrutini, e a continuare ogni forma di protesta che si valuterà di continuare a portare avanti in tutta Italia, si pensa già ad organizzare forme di resistenza ed opposizione per vie legali.
Appare chiaro che una riforma contenente profili di incostituzionalità, non potrà che generare conflitti.

 

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