Sulla Tecnica della scuola on line del 30 settembre è stato ripreso un appello di un gruppo di docenti per il sostegno che invita a boicottare gli scritti di Dario Ianes; ciò perché Ianes ha pubblicato un suo libro sulla rivoluzione del docente di sostegno e sta effettuando in trentino una sperimentazione relativa all’affiancamento ai docenti curricolari dell’80% degli attuali docenti per il sostegno, mentre prevede che il restante 20% formino gruppi super specializzati itineranti per le diverse scuole.
Desidero esprimere il mio netto disappunto e dissenso da questa forma medievale di contestazione delle idee altrui.
Io non condivido questa idea di Ianes, ripresa pure dalla ricerca della Fondazione TREELLLE e della Fondazione Agnelli; anzi ho pubblicamente espresso il mio dissenso sia al tradizionale convegno biennale del centro studi Erickson di Rimini che in miei scritti cartacei ed on line.
Però dal dissentire con argomentazioni al “boicottaggio sui libri” ci corre un abisso.
Il boicottaggio è una tecnica praticata in America contro le ditte che apertamente o indirettamente favoriscono le società venditrici di armi. Ora assimilare un libro, sia pur discutibile, ad un’arma letale, ce ne corre. A meno che i sottoscrittori dell’appello non ritengano che i libri possano costituire un’arma letale per i propri interessi; ma allora legittimano la pratica medievale, ormai abbandonata dal pensiero laico, di istituire un indice dei libri vietati o peggio di bruciare i libri considerati “pericolosi” sulle piazze.
Non è così che si fanno le lotte culturali; ma mi pare che in questa lotta di culturale non ci sia proprio nulla.
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