Il reclutamento degli insegnanti di sostegno era e resta un punto di debolezza del sistema scolastico in tutto il Paese. In Lombardia, riferisce la direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale Augusta Celada, su 6 mila posti vacanti sono stati ricoperti con nomine in ruolo appena 43 posti. “La situazione è di grande criticità,” afferma la direttrice. “Questa situazione sarà posta al decisore politico.”
E per quanto riguarda il reclutamento in generale, chiarisce: “Dire che su 20 mila contratti a tempo indeterminato ne abbiamo trovati 4 mila non vuol dire che i posti non sono stati coperti.” Insomma, non è stato possibile immettere in ruolo un numero di docenti sufficiente a venire incontro al bisogno delle scuole, ma si è comunque provveduto a ricoprire le cattedre vacanti attraverso le supplenze.
La questione del reclutamento docenti e altre questioni sono state affrontate oggi 9 dicembre, in diretta dalla Commissione Cultura della Camera, dove si sono svolte le audizioni con oggetto gli effetti dell’epidemia da Covid-19 sul sistema di istruzione.
In audizione, oltre ad Augusta Celada, anche Giovanni Biondi, Presidente dell’Indire; Fabrizio Manca, direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte; e i rappresentanti delle associazioni di studenti Schools for future e Studenti Presenti.
Altri argomenti di cui ha discusso la direttrice Celada: la raccolta dati circa il contagio nelle scuole; la formazione docenti; l’interlocuzione con i prefetti; e soprattutto l’importanza dei presidi sanitari interni alle scuole.
Quanto alla raccolta dati, Celada puntualizza: “L’USR non si propone di fare analisi di dati, non ne abbiamo le competenze. Noi abbiamo solo raccolto i dati, abbiamo fatto da collettore di questi dati.” E aggiunge: “Ho messo in evidenza le differenze tra i dati ufficiali e quelli che ci sono giunti dai Dirigenti scolastici.”
Sulla formazione docenti la direttrice avverte: “Notiamo che in questo momento sarebbe stato adeguato riconoscere un maggiore incentivo ai docenti per la formazione, specie quella di carattere tecnologico.” E sottolinea la necessità di inserire strutturalmente la formazione nella carriera dei docenti.
Per quanto riguarda l’interlocuzione con i prefetti, Celada afferma: “Vediamo molto positivamente la costituzione di tavoli presieduti dai prefetti su diverse province. C’è stato un grande coordinamento da questo punto di vista.”
Infine, altra questione chiave è l’istituzione di presidi sanitari nella scuola: “Questo dovrà essere lo scenario futuro, per guardare a una scuola in sicurezza. Teniamo presente che soprattutto le scuole superiori hanno le dimensioni di un piccolo comune. Quindi pensare che la scuola non abbia in sé un presidio sanitorio è molto grave.”
Insomma, presidi sanitari nelle scuole e una più solida interlocuzione tra i dirigenti scolastici e le aziende sanitarie di riferimento sul territorio.
Un breve accenno anche ai tamponi rapidi: “Si parla di tamponi veloci nelle scuole,” sostiene la Celada, “ma a me risulta che questa modalità non sia mai stata attuata a carico delle scuole. Ancora in Lombardia i tamponi li fanno le Asl.”
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