Insegnanti e licenziamento

Sono un insegnante in pensione e appassionato “studioso” di problematiche scolastiche.
In merito al vostro articolo “Licenziamento insegnanti: in Italia è impossibile” a firma di Lucio Ficara avrei alcune idee in merito. E’ impossibile o quasi licenziare perché risulterebbe arbitrario, con ciò non sto dicendo che non sarebbe utile licenziare gli insegnanti incompetenti, e a scuola ce ne sono tanti. Sarebbe salutare poter licenziare gli incompetenti, come?
Bisogna rispondere a due domande: 1) in base a quali criteri certi e condivisi si licenzia, 2) chi ha il diritto/dovere di licenziare.
 
1) Per rispondere alla prima domanda bisogna fare qualche passo indietro e occorre che in Parlamento si discuta della creazione di uno “Stato giuridico per gli insegnanti” che stabilisca e certifichi in maniera chiara quali caratteristiche professionali deve possedere un insegnante, tra le quali la padronanza della disciplina insegnata, le capacità relazionali e comunicative, l’attitudine e la passione ad insegnare. Oggi tutto ciò non esiste o si fa finta che esista dicendo che chi insegna in un edificio scolastico, fosse pure per 15 giorni, è un insegnante! E così magari di quindici giorni in quindici giorni ecco che si pretende il posto a tempo indeterminato.
Escludo da questa mia descrizione tutti coloro i quali sono stati vincitori di un concorso e per responsabilità non loro sono in attesa di sistemazione, a costoro va tutta la mia comprensione.
Oggi lo Stato giuridico di un insegnante è dato soltanto dall’anzianità di servizio la qual cosa è semplicemente assurda perché l’esperienza che conta è l’esperienza che fa crescere professionalmente e non è affatto detto che chi insegna da trenta anni sappia meglio insegnare di chi insegna solo da pochi anni! I criteri professionali inseriti in uno Stato giuridico, discusso e approvato in Parlamento e condiviso dagli insegnanti che sanno insegnare – e vi assicuro che sono tanti- è la salvezza di questa nostra disastrata scuola italiana e la gioia di tutti gli insegnanti con la passione dell’insegnamento. Questo Stato giuridico produrrebbe come effetto che la gente sappia finalmente che cosa deve sapere e saper fare un insegnante, che cosa significa fare l’insegnante e l’importanza di questa professione – oggi lo si sa soltanto in maniera incerta o addirittura distorta dalla lettura di tanti libri che vorrebbero essere satirici o con la pretesa di informare. Gli insegnanti sarebbero quindi rispettati. Lo stesso Presidente del consiglio quando dice che bisogna cambiare mentalità dimentica che per cambiare mentalità occorre una cultura solida, non a parole ma nei fatti mettendo mano alla creazione di questo Stato giuridico con l’apporto delle migliori menti della nazione.
Se non si parte da qui tutto quello che si dice sono chiacchiere inutili buone per ingannare l’opinione pubblica.
Ora purtroppo temo che né il Presidente del Consiglio né il ministro Giannini sappiano o vogliano sapere di Stato giuridico.
Accanto ovviamente a quanto sopra occorre da parte dello Stato che gli insegnanti siano adeguatamente retribuiti, rispettati e con loro gli studenti che sono costretti a studiare in aule ed edifici molto spesso fatiscenti e senza rispetto per i bisogni degli alunni diversamente abili.
Lo Stato deve investire molto nell’istruzione e nella formazione fondamentali alla crescita di un paese, una priorità. Mettere in sicurezza le scuole, costruire scuole adeguate ai bisogni di tutti gli alunni e soprattutto dei diversamente abili, non superare il numero massimo di alunni per classe, non solo per poter insegnare e far bene apprendere gli alunni ma anche per la sicurezza di tutti. Questo è un principio di civiltà!
Lo “Stato giuridico” si implementa attraverso i concorsi banditi a scansione certa con commissari altamente qualificati che selezioni rigorosamente chi voglia insegnare.
Gli insegnanti così reclutati aiuterebbero pure a risolvere la dicotomia scuola pubblica/scuola privata/paritaria in quanto tutte le scuole, comprese quindi le private/paritarie dovrebbero assumere come insegnanti tutti coloro che sono iscritti in un albo professionale con il profilo professionale di cui sopra a garanzia della qualità dell’insegnamento nei riguardi delle famiglie che hanno libertà di scelta tra scuola statale e scuola privata/paritaria. Nel caso in cui le scuole private/paritarie si rifiutassero di assumere gli insegnanti attingendo al suddetto albo professionale devono avere l’obbligo di informare preventivamente le famiglie.
Gli insegnanti assunti con incarico a tempo indeterminato verranno valutati dall’INVALSI attraverso i test somministrati da questo ente a scansione periodica, stimolati quindi a migliorare la loro azione culturale, educativa e didattica con avanzamenti di carriera e maggiore retribuzione.
I dirigenti scolastici vanno selezionati(Lo “Stato giuridico” deve contenere rigorosissimi criteri di assunzione e caratteristiche professionali dei dirigenti scolastici) a garanzia dell’utenza di una buona scuola.
 
2) A chi spetta licenziare
Lo “STATO GIURIDICO” di cui sopra dopo aver stabilito con esattezza i criteri e le caratteristiche professionali di tutti gli insegnanti faciliterà il doloroso compito di chi dovrà licenziare, trasferendo il personale inidoneo ad altra occupazione non certo buttandolo in mezzo alla strada!
 La responsabilità sarà di un “comitato locale” composto da:
 
• Due ispettori scolastici
• il dirigente scolastico
• tre insegnanti particolarmente preparati nominati da altre scuole
• cinque colleghi della stessa scuola
• cinque studenti dello stesso insegnante
• cinque genitori degli studenti dell’insegnante in questione
 
La via è questa se si vuole una scuola adatta all’altezza dei nostri tempi e che possa fungere da stimolo e traino per il nostro Paese.

 

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