I corsi saranno destinati a tutti i docenti elementari che non possiedono i requisiti per insegnare l’Inglese e, almeno per il momento, non saranno obbligatori.
I percorsi formativi saranno modulati in modo flessibile, tenendo conto del fatto che i docenti, nel frattempo, dovranno prestare regolarmente servizio. E dunque, sono stati previsti interventi estensivi, di un o più incontri settimanali, durante i periodi di lezione e interventi intensivi, con frequenza giornaliera, durante i periodi di sospensione dell’attività didattica.
I tempi di durata dei corsi saranno calibrati sul livello accertato di competenza comunicativa e quello di competenza nelle strategie di apprendimento dei corsisti. E potranno andare da un numero di ore comprese tra 30 e 80, riferite ad attività di perfezionamento, fino ad un massimo di 380 ore, passando per frazioni intermedie di 100, 200 e 300 ore.
Fatto salvo, allo stato attuale, il carattere di volontarietà per l’accesso ai corsi di formazione, i destinatari dei corsi saranno selezionati privilegiando le seguenti categorie:
• docenti che, in sede di candidatura ai corsi, hanno dichiarato la competenza minima di livello A2;
• docenti che insegnano lingue straniere diverse dall’inglese;
• docenti neoassunti;
• docenti in servizio presso istituzioni scolastiche nelle quali si sia reso necessario il ricorso a personale con contratto a tempo determinato per l’avvio del processo di riforma.
Le classi di docenti in formazione dovranno, di norma, prevedere un numero di corsisti non superiore alle venti unità, al fine di facilitare l’interazione linguistica e la socializzazione delle pratiche didattiche.