Chi sostiene che gli insegnanti sono i nuovi eroi di questo tempo, sostiene una reale opinione, socialmente diffusa e sentita, o esprime solamente una malinconica lode di circostanza? Ricordiamo ad esempio le belle parole, espresse dalla Presidente della Camera Laura Boldrini nel maggio 2013, in occasione di una visita nella scuola elementare “Sarria-Monti” di San Giovanni a Teduccio: “Gli insegnanti che lavorano con l’anima e con passione, gli insegnanti che costruiscono il futuro sono gli eroi del nostro tempo, gli eroi di ogni giorno. E fanno parte di quell’Italia migliore, che c’è ma non si vede”.
Parole vere e autentiche o parole espresse per protocollo cerimoniale? E cosa dire invece delle belle parole pronunciate dal primo ministro Matteo Renzi, in occasione del comizio al Piccolo Teatro di Milano svolto il maggio 2014 : “Gli insegnanti oggi sono degli eroi: con stipendi quasi ridicoli, e potremmo anche togliere il quasi, sono chiamati alle funzioni di educazione della persona”.
Encomio politicamente sentito o un’alchimia comunicativa carica di ironia e presa in giro? La politica degli encomi fatti sul ruolo fondamentale degli insegnanti, e dei riconoscimenti sul bisogno di adeguare gli stipendi dei docenti ai livelli europei, che però si rivela sterile e ipocrita. Si definiscono gli insegnanti come eroi di questo tempo, ci si indigna dei loro ridicoli stipendi, ma poi non si cambia verso politico e si continua d infierire contro una categoria martoriata e scarsamente rispettata.
Viene da chiedersi: “Gli insegnanti sono realmente degli eroi o sono trattati come i topi della Batracomiomachia?”.
Il dubbio che gli insegnanti non siano considerati, dai politici italiani di maggioranza e opposizione, degli eroi della nostra epoca è molto forte. Esiste la convinzione diffusa, soprattutto tra gli stessi docenti, che gli insegnanti di oggi vengono persuasi e convinti di essere realmente eroi, ma poi, nella più classica delle parodie dell’epica eroica, vengono trattati come i poveri topi del poemetto giocoso della Batracomiomachia. Poemetto attribuito al genio omerico in cui si narra la storia del re delle rane Gonfiagote, capace di persuadere il timoroso Rubabriciole, figlio del re dei topi Rodipane, a montare sulle sue spalle per visitare il lago, assicurandolo che non avrebbe corso pericoli. E invece succede che il povero Rubabriciole a causa dell’improvvisa comparsa di un serpente d’acqua muore affogato. A quel punto scoppia la guerra tra gli eroici topi e le rane, che però vedrà soccombere i topi per l’intervento congiunto dei granchi e di Zeus. In buona sostanza i topi potrebbero rappresentare, in senso figurato e retorico, il pensiero liberale e progressista della categoria docente, che vorrebbe essere considerata, nei fatti e nel pieno riconoscimento economico, come i veri eroi di questo tempo. Purtroppo sappiamo come è finita, nella parodia dell’epica eroica della Batracomiomachia, l’eroicità dei topi. L’epica classica di memoria omerica può essere di riflessione per gli insegnanti di oggi, definiti come eroi del nostro tempo ma trattati come i topi della Batracomiomachia.
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