Ed è proprio dalle modalità delle prove che partono i malumori dei precari: «Non siamo d’accordo né sul primo sbarramento, in cui saremo valutati con un test a crocette in soli 50 minuti, né sulle altre due prove – denuncia Elena La Gioia, presidente del Comitato insegnanti precari – in cui dovremo dimostrare di saper insegnare: fino ad ora, quindi, abbiamo scherzato? Ogni anno faccio lezione in classi sovraffollate, boccio, promuovo e rilascio titoli di studio. I test – conclude La Gioia – ideati in questo modo sono riduttivi, umilianti e per niente innovativi. Intanto, però, tutti noi precari pagheremo per fare il concorso e in tanti spenderanno i soldi anche per esercitarsi con i test già in circolazione».
E allora tra i comitati divampa la protesta: oggi i precari della Flc Cgil manifesteranno con presidi, sit-in e volantinaggi davanti alle scuole, alle Regioni e ai provveditorati di tutta Italia mentre domani i comitati dei precari sfileranno a Roma con un corteo nazionale, contro le procedure del concorso e la legge Aprea. Poi domenica tutti in assemblea per discutere nuove forme di mobilitazione.
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