Quella degli insegnanti di sostegno è ormai una vera e propria emergenza: i docenti specializzati sono sempre più introvabili mentre quelli in servizio sono molto spesso precari.
La situazione è anche il risultato di anni di politiche di reclutamento approssimative e finalizzate a garantire più i docenti che i gli alunni disabili.
Poi ovviamente, a questo si devono aggiungere anche le politiche di contenimento della spesa e degli organici.
I sindacati chiedono, giustamente, che l’organico di fatto venga trasformato in organico di diritto, in modo da rendere più stabili i docenti, a tutto vantaggio della continuità didattica.
Ma il problema più complesso da risolvere è quello della carenza di docenti specializzati, carenza che è acuita anche dalle norme sulla mobilità che consentono il passaggio sul posto comune dopo 5 anni di insegnamento su posto di sostegno.
Il fatto è che il modello contrattuale in vigore prevede per i docenti di sostegno una specifica specializzazione che tutto sommato è onerosa sia in termini economici che di tempo. Ma, per i docenti specializzati, non è prevista alcuna “indennità” aggiuntiva: ad essere contrari a tale ipotesi non sono solamente le organizzazioni sindacali che da sempre sostengono l’egualitarismo contributivo, ma anche gli stessi docenti (basta leggere post e commenti di comuni insegnanti pubblicati nei social).
Nei giorni scorsi la Flc-Cgil ha diramato un proprio comunicato proprio per mettere in evidenza la gravità della situazione, sottolineando che “è urgente un piano straordinario di stabilizzazione dei docenti specializzati, un rilancio complessivo dei percorsi di specializzazione, l’assegnazione dell’organico funzionale del personale ATA formato per lo svolgimento dei compiti di assistenza e cura, l’applicazione rigorosa del limite di 20 alunni per classe in presenza di soggetti con disabilità”.
Tutti obiettivi sacrosanti che richiedono tempo e investimenti importanti.
E che rischiano di dare una soluzione del tutto provvisoria e non strutturale: si possono formare migliaia e migliaia di docenti specializzati, ma se resta la regola, del tutto legittima allo stato attuale, della possibilità di passare su posto comune dopo 5 anni di sostegno il problema viene solamente risolto temporaneamente.
Forse è arrivato il momento di pensare a politiche retributive e di reclutamento diverse rispetto a quelle in vigore oggi.
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