Categorie: Politica scolastica

Insegnanti: sul reclutamento tracciato il nostro manifesto

“Stop al reclutamento diretto del personale docente da parte della scuola o del dirigente scolastico, superamento della distinzione tra l’organico di diritto e quello di fatto, retribuzione dei futuri percorsi di abilitazione e dei tirocini. Questi ultimi dovranno avere una struttura più marcatamente incentrata sull’aspetto pratico e didattico”.

Questi alcuni dei punti fermi del Movimento 5 Stelle relativamente al reclutamento dei docenti presentati in occasione nel corso del tavolo di confronto che si è tenuto oggi a Montecitorio, presso la Sala del Mappamondo. All’appuntamento hanno partecipato deputati e senatori del M5S in commissione Cultura, rappresentanti delle categorie e delle associazioni di docenti.

“Nel dettaglio le proposte – affermano i parlamentari M5S -, che hanno raccolto ampio consenso da parte dei partecipanti, escludono categoricamente qualsiasi possibilità di reclutamento diretto da parte della scuola o del Dirigente scolastico, per ovvi motivi di avversione alle procedure poco trasparenti. Riteniamo necessario superare l’attuale distinzione tra organico di diritto e organico di fatto, con la creazione di un unico organico che riconosca l’applicazione dell’organico funzionale di istituto o di reti di scuola. Rivendichiamo che i futuri tirocini e i futuri percorsi di abilitazione siano retribuiti e finalizzati a valorizzare la professionalità dei docenti e le competenze inerenti l’insegnamento attivo, e non accademico. Intendiamo porre al centro del percorso abilitante l’aspetto pratico e didattico del tirocinio e valorizzare il personale docente all’interno del percorso. L’opportunità di collegare la preparazione accademica alla pratica dell’insegnamento attivo impone che i docenti in servizio siano protagonisti dei percorsi di formazione e di reclutamento.

Inoltre, nel corso della giornata sono emersi alcuni altri spunti sulla materia che meritano un ulteriore approfondimento: l’assunzione a tempo indeterminato per tutti i posti vacanti, un censimento delle graduatorie ad esaurimento – che al momento comprendono 183 mila persone – per capire chi al loro interno stia svolgendo già un altro lavoro o chi non ha mai insegnato, mantenimento del doppio canale nella fase transitoria, valutando in che percentuale attingere da graduatoria a esaurimento e da concorso (attualmente la proporzione è al 50%), trasformazione delle graduatorie d’istituto in graduatorie provinciali.

Su una cosa siamo stati tutti concordi: le nostre idee per sconfiggere il precariato e garantire un reclutamento “sensato” sono quanto di più lontano rispetto alla riforma prospettata in questi giorni dal ministro Giannini e dal sottosegretario Reggi”.

Il consueto e avariato apparato retorico, dai portatori di interesse di turno. 

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