Un nuovo progetto per adattare i metodi di apprendimento per i dislessici anche alle lingue classiche. Lo scrive il “Corriere della Sera”
Se infatti la dislessia è un “disturbo” che ha una sua certificazione clinica e gode della tutela di una legge dello Stato (170/2010), gli strumenti per garantire una piena inclusione dei soggetti che ne sono portatori, sono ancora lacunosi.
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Ci sono scuole che tengono seminari di formazione sulla didattica del latino e del greco a studenti dislessici. Incontri gratuiti, che a Torino, Bologna, Milano puntano a spiegare e condividere esperienze e sensibilizzare.
Ricordiamo che i ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento hanno diritto a un piano educativo personalizzato, che tenga conto delle loro difficoltà: a seconda della gravità del disturbo, può includere verifiche programmate, registrazioni, uso di mappe concettuali, di immagini. Nei casi più complessi, solo verifiche orali.
Per latino e greco, questi appigli possono non essere sufficienti; e comunque “non esiste niente di specifico”, dice Ricucci, che insegna Storia e Italiano. Non ha un metodo da proporre (“non esiste un metodo, esiste il bravo insegnante”, sostiene), ma tanti approcci diversi.
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