Passeggio con mia figlia sulla riva del mare, fendendo la moltitudine di gente che, in questo giorno di luglio, mi offre un incoraggiante attestato di fiducia nella convivenza umana.
Ci imbattiamo in una persona dalla statura gigantesca che vigila tranquillamente presso un minuscolo bimbo biondo situato dentro una grande buca di sabbia, scavata con funzione di box. Attacco bottone. È cecoslovacco ma parla italiano. Si mostra gentilissimo, pur conservando la tipica postura immobile dell’uomo nordico. Il bimbo piange, spaventato dagli sconosciuti e lui lo solleva fino alla sua incredibile altezza. Una sproporzione commovente. Un cucciolo fra le braccia di un gigante.
Proseguiamo. Un altro papà, sdraiato sulla sabbia, costruisce un turrito castello insieme alle sue bambine. Che esperienza, penso. Se ne ricorderanno per tutta la vita. Ed ecco una giovane donna che ha disegnato sulla sabbia umida, per le figlie, il gioco della campana. Nulla di più semplice. Saltare a piedi uniti o divaricati dentro cerchi e quadrati … Ma quanta passione e fantasia. Lo faccio notare alla donna che mi ringrazia. Anche quelle bimbe se ne ricorderanno.
Basta così poco per trasmettere segnali positivi. Del tipo: Non c’è nulla di più importante, per me, in questo momento, che passare il mio tempo con te. Insieme. Perché il “con” è anche più importante del “per”. E lo stare insieme vale più del sacrificio.
Semplici donne, uomini ordinari che compiono il lavoro più strategico per una società. Quello di costruire le persone.