Come è risaputo, i candidati del Concorso ordinario della scuola secondaria che hanno superato la prova scritta, si cimenteranno presto con l’orale. Che cosa fare, se, una volta estratta la traccia da preparare nelle 24 ore successive, si sceglie di strutturare l’attività didattica sotto forma di UDA (Unità di apprendimento)?
Ricordiamo che la prova orale ha la durata complessiva di 45 minuti e, oltre alla progettazione dell’attività didattica, include anche una prova di comprensione e conversazione in lingua inglese. Dunque, è necessario organizzare molto bene il tempo a disposizione, per non tralasciare nulla della propria attività didattica o non essere costretti a sintetizzare le ultime fasi della progettazione.
Le UDA, oltre a conseguire obiettivi disciplinari, intendono sviluppare le competenze degli studenti. Come sappiamo, sono stati stabiliti dei traguardi per lo sviluppo delle competenze entro il ciclo delle scuole superiori. Alle scuole, nell’ambito delle programmazioni disciplinari e interdisciplinari, è lasciata autonomia organizzativa e scelta dell’itinerario più opportuno per conseguire il raggiungimento di tali traguardi, che saranno esplicitati nel PECUP. Nell’UDA possiamo mirare a sviluppare più competenze: alcune disciplinari, altre trasversali e/o di cittadinanza.
Ecco alcune caratteristiche di una UDA da tenere ben presenti:
– è divisa in tre parti: progettazione, realizzazione e verifica;
– è interdisciplinare;
– prevede una programmazione collegiale;
– va monitorata sistematicamente e adattata alle varie situazioni che si presentano via via;
– richiede metodologie che portino gli studenti a mettersi alla prova con modalità induttive, cooperative e sociali;
– nella valutazione, non si tiene presente solo del prodotto finale, ma anche del processo.
A QUALE SCOPO?
Vista la complessità richiesta dalla strutturazione di una UDA, è necessario pensare a una progettazione, sebbene con largo margine di approssimazione, perché durante l’attività in classe potrebbero sorgere nuovi bisogni degli studenti e, dunque, è necessario poter adattare, ad esempio, i tempi in base alle necessità del momento o agli imprevisti.
In questa fase è bene stabilire le finalità e gli obiettivi che si intende perseguire. Tra queste, occorre individuare le competenze disciplinari, trasversali e/o di cittadinanza che su cui ci si focalizza. Lo studente sarà stimolato a creare un prodotto o a risolvere una situazione problematica facendo ricorso e consolidando le conoscenze e le abilità pregresse o acquisendone di nuove durante l’attività didattica.
CHE COSA? E PER CHI?
Titolo e contenuti dell’UDA vanno esplicitati già nella fase di progettazione, così come il compito o prodotto che sarà proposto agli studenti. Contestualmente si devono indicare i destinatari della UDA: non ci si limiti, ad esempio, a un generico “studenti al quinto anno di liceo”, ma si circoscriva ulteriormente l’ambito, come “studenti al quinto anno di liceo scientifico”. Eventualmente si può delineare un breve quadro della classe che si immagina di coinvolgere nell’attività didattica, segnalando la presenza di studenti con certificazioni DSA, BES o con PEI. Tale scelta contribuirà a far comprendere meglio alla commissione chi sono i destinatari per cui è pensata l’UDA e si gettano le basi per introdurre in un secondo momento strategie e metodologie per l’inclusione.
A questo punto, si può scrivere una bozza della consegna del compito o del prodotto che gli studenti devono realizzare. Si consiglia di essere estremamente chiari e sintetici in questa parte della progettazione, senza lasciare spazio ad ambiguità. Se necessario, per compiti o prodotti complessi si può ricorrere a una divisione della consegna in punti.
CON CHI?
Ci si chieda subito quali sono le risorse umane da coinvolgere: oltre ai colleghi delle discipline prescelte, possono essere introdotti assistenti di laboratorio, personale ATA (ad esempio, per la predisposizione degli spazi) ed eventualmente degli ospiti esterni (come un esperto, un autore, un professore universitario…).
QUANDO E DOVE?
Nella progettazione rientra la contestualizzazione dell’UDA entro le progettazioni disciplinari: quando è bene che sia realizzata? Per stabilire un calendario in linea di massima è utile stilare i prerequisiti necessari agli studenti per affrontare al meglio l’attività: si potrà così comprendere in quali mesi sia meglio collocarla. Si consiglia poi di fissare un tempo previsto (ad esempio, 30 ore), da poi ripartire in giorni fissati a calendario: è bene che gli studenti sappiano che ogni materia coinvolta
Si determinino quindi quali spazi servano e per quante ore: se si tratta di laboratori, palestre, spazi esterni, aule speciali, è sempre bene prevedere il tempo del loro impiego. Allo stesso modo, si prevedano gli strumenti che devono essere presenti: dai device personali alla LIM, da strumentazioni laboratoriali a materiali sportivi…
Per misurarsi sulle UDA e visionarne alcune svolte, che è possibile personalizzare e poi calare sulla propria realtà, si consiglia di fare riferimento ai volumi specifici, divisi per classe di concorso, editi da Guerini e Associati, a cura di Antonello Giannelli, con la collaborazione di Raffaella Briani e Sandra Scicolone. Avvalendosi dell’apporto di insegnanti che conoscono da vicino i bisogni degli studenti e le metodologie più aggiornate, i volumi dedicati al Concorso a cattedra (qui li potete trovare tutti) non si limitano a esporre le teorie più innovative, ma offrono ai candidati la possibilità di misurarsi direttamente con molte valide Unità di apprendimento già progettate.
Per la seconda fase ti rimandiamo all’articolo seguente: https://www.tecnicadellascuola.it/consigli-pratici-per-realizzare-una-unita-di-apprendimento
Per la terza fase ti rimandiamo all’articolo seguente: https://www.tecnicadellascuola.it/quali-competenze-valutare-nelle-uda-alcuni-consigli-per-strutturare-le-griglie
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