L’insegnamento di una lingua totalmente straniera per i discenti presenta una serie tutta una serie di problematiche che certo non è possibile esaurire in poche righe.
Ma un interessante articolo da voi pubblicato mi dà l’occasione di attenzionare su un comportamento didattico entusiasticamente praticato da alcuni colleghi docenti: invitare il discente a parlare, parlare, parlare nella lingua straniera interessata senza interrompersi, anche a costo di fare errori e magari dire cose fuori posto. Tale sistema abituerebbe alla fluenza, alla continuità.
Insegno tedesco, una lingua nella quale – per la sua struttura grammaticale e sintattica – il rischio di errore è molto più alto che in altre lingue comunemente studiate.Per questo tale sistema a mio parere è deleterio e pericoloso (e forse non solo per l’apprendimento della lingua di Goethe): è come un’onda che nel suo movimento trasporta tutto acriticamente, cose giuste e cose sbagliate, esattezze ed inesattezze e distinguere l’una cosa dall’altra può diventare difficile.
Immaginate se un giorno il locutore sostiene un discorso in lingua straniera ad un colloquio di lavoro o in una riunione d’affari ed in mezzo a tante cose giuste ce ne infila – involontariamente, s’intende – anche qualcuna sbagliata? Beh, le conseguenze possono essere spiacevoli!
No. Io ritengo che un errore, un qualunque errore in qualunque situazione della vita vada chiarito SUBITO, onde evitare che rimanga irrisolto e si ingigantisca, aggiungendosi magari ad altri errori.
Molto meglio fermarsi se non si è sicuri, chiedere e poi riprendere, garantendo così la correttezza anche a prezzo di alcune (si spera comunque non troppe!) interruzioni.
Daniele Orla