“Nella riforma dell’istruzione del ticket Renzi-Giannini non c’è traccia delle classi pollaio e di soluzioni a questo problema. È anche per questo motivo che chiediamo un iter del provvedimento che in Parlamento proceda secondo i tempi necessari ad affrontare seriamente una materia così ampia e delicata. Questa potrebbe essere infatti l’occasione, finora mancata dal governo, per affrontare e risolvere il problema del numero eccessivo di alunni presenti in troppe classi italiane”.
Lo affermano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura che, commentando l’interpellanza urgente presentata oggi da Luigi Gallo, ricordano come una discussione dai tempi non contingentati sulla riforma dell’istruzione debba prescindere dal tema specifico del reclutamento dei docenti “rispetto al quale, abbiamo già detto, è necessario mettere in campo un canale preferenziale. Dunque, sì alla riforma, ma con spacchettamento dei provvedimenti.
La risposta che ha dato oggi all’interpellanza il sottosegretario Baretta conferma che, rispetto alle classi pollaio, non esiste un progetto organico né la volontà politica di trovare una soluzione strutturale.
Ricordiamo che questo sta diventando un problema sempre più pressante, anche in ragione del fatto che gli studenti in Italia stanno aumentando: nel 2012 è stato registrato un incremento rispetto all’anno precedente di circa 35 mila unità – 25.546 nelle scuole secondarie e 9.216 nelle primarie – e nel 2013 l’aumento è stato di 30 mila iscritti.
Il Movimento 5 Stelle sulle classi pollaio ha una proposta molto chiara, elaborata e depositata dalla collega Silvia Chimienti: in primo luogo viene stralciata la norma Tremonti-Gelmini, che ha aumentato di un punto il rapporto alunni/docente per classe, producendo il taglio di 90 mila cattedre. In secondo luogo, fissiamo il numero massimo di alunni per classe a 22 nelle scuole di ogni ordine e grado. Numero che scende a 20 in presenza di alunno disabile”.