Si torna a ribadire a viva voce che è urgente insistere molto sulle conoscenze e fare in modo che gli studenti allarghino il più possibile gli orizzonti del sapere.
È necessario farlo perché quando i nostri studenti affrontano una prova di cultura generale cadono inesorabilmente, perché, appunto, non possiedono le conoscenze di base di tutte le discipline.
Hanno delle nozioni sporadiche, frammentate e, spesso, nei questionari a risposta chiusa rispondono a caso, tentando di indovinare la risposta giusta. Gli studenti devono essere consapevoli che tutte le tipologie di concorsi pubblici e privati prevedono una prova preselettiva di cultura generale per monitorare se lo studente possiede o meno quelle conoscenze minime generali di quanto ha appreso sui banchi di scuola.
E, invece, quando ci si imbatte nella correzione degli elaborati contenenti domande di cultura generale c’è veramente da mettersi le mani in testa, da restare sbalorditi, in quanto le risposte ivi contenute sono a dir poco assurde e denotano una superficialità e pochezza di saperi acquisiti.
È bene che la scuola prenda atto di questo e insista molto sulle conoscenze di base che gli alunni devono possedere al termine di ciascun ciclo d’istruzione. Si tratta di quelle conoscenze globali che lo studente potrà poi spendere nel mondo del lavoro che oggi è molto competitivo.
Solo quando avranno quel bagaglio di conoscenze che permetterà allo studente di muoversi nel mondo, possiamo parlare delle competenze da mettere in pratica.
Fatto sta che in tema di cultura generale c’è da interrogarsi e aprire un serio, costruttivo e approfondito dibattito perché il livello di conoscenze è veramente basso per cui c’è poco da scherzare e prendere la cosa sottogamba.
Mario Bocola
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