La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è stata messa sotto scorta. Da tre giorni viene scortata da uomini della Guardia di Finanza. Da alcuni giorni, da quanto si apprende, la ministra è oggetto di minacce e insulti sui social. Azzolina, pur essendo ministro, non aveva la scorta. Secondo quanto raccolto, ignoti avrebbero tentato di hackerarle il profilo Facebook e l’account del proprio conto corrente.
“Non pensavamo potesse accadere, ma sulla scuola si è creato un clima intollerabile e davvero gravissimo. Dopo i ripetuti attacchi che certa politica ha in maniera pretestuosa riservato a Lucia Azzolina, alcuni facinorosi di sono spinti a insultare la ministra, con offese sessiste e messaggi di odio davvero sconcertanti. Ma come sempre odio chiama odio, e si è giunti addirittura alle vere e proprie minacce, tanto che è stato deciso di assegnarle la scorta. Tutto questo è inaccettabile. A Lucia Azzolina va la nostra piena e incondizionata solidarietà. Andiamo avanti insieme a testa alta nel percorso di cambiamento e di sostegno alla scuola pubblica italiana ed alle sue forze migliori. Non saranno queste vili minacce a intimidirci né tantomeno a fermarci”. Così in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato.
“Dopo gli insulti, gli attacchi e le minacce, alla ministra Azzolina è stata assegnata la scorta. Inconcepibile che si sia arrivati a questo punto: gli sfoghi ingiustificabili di odio negli ultimi giorni hanno creato un’ombra sul mondo della scuola e ferito la persona che ad oggi la rappresenta con grande competenza a livello istituzionale. Ma lasciarsi intimorire o scoraggiare è controproducente, e alla ministra non mancano coraggio e determinazione. Noi le siamo vicini, continuando a lavorare per una scuola sempre più di qualità”. Così le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.
Le parole del vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri: “Tutta la mia vicinanza e il mio sostegno alla ministra e collega Lucia Azzolina, alla quale auguro di continuare per quanto possibile a fare il proprio lavoro con serenità e al meglio che può, come ha sempre fatto. Un abbraccio solidale, da chi sa cosa sta passando. All’Italia dico che noi non siamo il Paese dell’odio, ma rischiamo di diventarlo se lo lasciamo vincere”.
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