Categorie: Politica scolastica

Integrazione: bene le proposte, ma cambiamo i programmi

Il sottosegretario all’Istruzione Faraone presenta il tredicesimo punto de “La Buona Scuola” dedicato all’integrazione degli stranieri ed alla multiculturalità. Proposta che prevede l’inserimento di una soglia di studenti stranieri per ogni classe, agevolazioni per l’iscrizione a scuola in ogni momento dell’anno e la formazione di docenti incaricati all’insegnamento dell’italiano per stranieri.

“Riteniamo molto positiva l’iniziativa del Governo”. – Afferma Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale Unione degli Studenti – “È necessario evitare classi-ghetto e promuovere quanto più possibile l’integrazione a partire dalle scuole.”

“Era dalle scellerate proposte razziste del Ministro Gelmini che non si dibatteva di questo tema”. – Continua Lampis – “Sebbene sia positivo l’inserimento di un numero di alunni stranieri in ogni classe e la formazione dei docenti, questo non basta. Riteniamo necessario abbassare la soglia massima di alunni per classe alla soglia precedente la Riforma Gelmini, per evitare classi pollaio ed inserire gli studenti, stranieri e non, in un contesto che favorisca realmente l’apprendimento”.

“Inoltre dopo i fatti di Parigi pensiamo sia ancora più urgente” – Continua L’Uds – “favorire l’interculturalità a partire da una radicale modifica della didattica tradizionale, dei programmi didattici e dei libri di testo. Basta programmi etnocentrici, la scuola deve stimolare la curiosità e lo studio della filosofia e della letteratura extra-comunitaria. Per questo proponiamo l’inserimento di una materia di educazione all’interculturalità, la sostituzione dell’ora di religione con l’ora di “storia delle religioni” e la revisione dei programmi in un ottica meno europocentrica, specialmente quelli di storia”.

“Proponiamo, inoltre,” – conclude l’UdS – “che si sviluppino attività pomeridiane nelle scuole autogestite dagli studenti, che valorizzino le differenze in un ottica propositiva attraverso percorsi culinari e tematici e che promuovano l’insegnamento peer-to-peer da parte degli studenti stranieri della loro lingua madre ai compagni di scuola italiani”.

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