A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, molte persone, tra cui tanti bambini e di giovani, sono stati costretti a lasciare le proprie case e a cercare protezione nei Paesi europei limitrofi, tra cui anche l’Italia, Paesi che si sono attivati da subito per cercare di garantire la necessaria accoglienza e integrazione.
In proposito, la rete Eurydice ha pubblicato recentemente due rapporti sull’integrazione degli studenti ucraini rifugiati nei paesi ospitanti: “Supporting refugee learners from Ukraine in schools in Europe” e “Supporting refugee learners from Ukraine in higher education in Europe“.
In questi due brevi studi si prendono in esame alcune delle principali politiche e delle misure sviluppate dalle autorità educative di livello superiore in tutta Europa finalizzate ad aiutare le scuole ad integrare i bambini e gli studenti rifugiati provenienti dall’Ucraina, assicurando loro istruzione di qualità e sostegno psicosociale.
I principali risultati dei due studi
Riportiamo un’estratto della sintesi proposta da Alessandra Mochi sul sito di Eurydice.
I numeri
Il numero di bambini e di giovani ucraini rifugiati varia molto fra i paesi presi in esame. Il numero più alto registrato a maggio 2022 è in Polonia (528.110), a seguire troviamo la Germania (circa 290.000), la Cechia (70.530) e poi Italia, Romania, Spagna e Slovacchia (fra 30.000 e 40.000). Ma il dato più interessante è che in tutti i paesi una parte di questi giovani non risultavano ancora iscritti a scuola. Ad esempio, in Italia, uno fra i paesi con la percentuale più elevata, gli iscritti a maggio erano il 71%.La maggior parte dei sistemi educativi europei, fra cui l’Italia, riferisce di promuovere l’integrazione dei bambini nelle classi regolari, combinata con il supporto intensivo per l’apprendimento della lingua dell’istruzione.
Apprendimento a distanza
La maggior parte dei sistemi educativi europei fornisce supporto agli studenti rifugiati che desiderano seguire l’apprendimento a distanza secondo il curriculum ucraino. Nella maggior parte dei casi, le autorità educative assistono le scuole e gli studenti nell’accesso a piattaforme online messe a disposizione dal Ministero dell’educazione e della scienza ucraino; in Italia, invece, come in Germania, viene offerto anche supporto per l’apprendimento a distanza sincrono in videoconferenza per consentire agli studenti ucraini dell’istruzione secondaria di partecipare alle lezioni e agli esami finali.
Reclutamento dei docenti
La maggior parte dei paesi ha approvato leggi speciali o concesso flessibilità per consentire il reclutamento e la collaborazione con insegnanti ucraini i quali possono, ad esempio, assistere gli insegnanti nelle classi o essere assunti come pedagogisti, psicologi scolastici o logopedisti in Estonia e Lituania, o come mediatori linguistico-culturali in Italia.
Supporto psicosociale
Rispetto alle politiche e alle misure relative ai bisogni educativi degli alunni rifugiati, risultano esserci meno iniziative mirate sui loro bisogni psicosociali, soprattutto per quanto riguarda la valutazione iniziale, le linee guida del curriculum e la formazione degli insegnanti. Fra le iniziative rilevate ci sono specifiche linee guida e raccomandazioni in Germania, Slovenia e Islanda per promuovere il benessere mentale, emotivo e sociale dell’alunno, mentre in Italia, in Irlanda e in Norvegia, ciò avviene attraverso specifico materiale fornito dalle autorità educative. Sempre in Italia, è stato sviluppato materiale pedagogico a supporto del benessere degli alunni che si trovano in difficoltà a causa del contesto di violenza e di guerra in Ucraina.