Secondo i dati dell’indagine su ‘Sport e integrazione’ svolta dall’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps), nell’ambito dell’Accordo di programma tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Coni per la promozione delle politiche di integrazione attraverso lo sport, circa l’80% dei ragazzi pratica sport fuori dell’orario scolastico ma il gap nell’accesso a questa attività è particolarmente ampio fra i ragazzi italiani e quelli con background migratorio. L’86% dei primi fa sport, percentuale che scende di sette punti tra i figli di coppie miste e, ancor più, fra i giovani nati all’estero (63%).
Ma lo sport riscuote grande consenso comunque: il 95% dei ragazzi ha attribuito un punteggio superiore a 8 su 10. Le motivazioni, scrive Il Velino, sono diverse: piacere e divertimento, oltre che l’opportunità di socializzare e stare bene in salute. La metà dei ragazzi predilige sport di squadra e calcio e la pallacanestro raggiungono la stessa preferenza del 21%”.
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I bambini e gli adolescenti nel nostro Paese sono oltre 10 milioni e di questi circa il 10% sono nati da genitori non italiani. Nella scuola, la presenza di studenti con cittadinanza non italiana è in crescita: dai 196 mila nel 2001-2002 si è passati agli attuali 814 mila.
Importante è anche capire il numero di amici su cui si può contare che è uno degli indicatori di integrazione e, tra gli stranieri, ne ha più di cinque il 29% di chi non pratica sport mentre la percentuale arriva al 51% tra quelli che svolgono attività sportiva. Un evidente quanto utile fattore di integrazione, quindi gli studenti con genitori italiani si dividono quasi a metà fra chi indica nella propria cerchia solo amici italiani e chi sia italiani sia stranieri, mentre appena l’8% dei ragazzi con background migratorio dichiara di avere esclusivamente amici di origine straniera”.
Il 70% degli intervistati con genitori italiani, si legge sul Velino.it, è contrario a squadre composte da soli italiani, un’opinione condivisa dal 90% degli stranieri. Ma l’idea che ‘Quando si fa il tifo per la propria squadra può capitare un gesto violento, pur rigettata dalla maggioranza, registra un dissenso di misura se confrontato con quello sugli altri temi proposti: l’11% dei giovani si dichiara addirittura ‘molto d’accordo’ che l’aggressività possa essere una componente delle manifestazioni di sostegno alla squadra del cuore.
I principi fondanti dello sport appaiono ben radicati nella strutturazione pur incompleta del sistema di valori dei giovani. Tuttavia le esperienze, gli atteggiamenti e i comportamenti risentono di altre importanti dimensioni come il genere, il background migratorio e lo status economico.
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