I Paesi d’origine dei compagni di scuola sono un motivo di arricchimento culturale e non di denigrazione o derisione. A sostenerlo è stato Mariano Crociata, segretario generale della Cei, durante il suo intervento al convegno per il 25esimo della fondazione Migrantes. L’immigrazione, ha detto il monsignore, è “l’occasione e la sfida per educare alla differenza, all’inclusione e all’integrazione, a una nuova storia di comunità e di relazioni. Le migrazioni, infatti, spingono a costruire nuove relazioni sociali, culturali, ecclesiali, nei confronti dei fratelli separati e dei fedeli di altre religioni”.
Crociata ha sottolineato, tra l’altro, che “la conoscenza dei Paesi di provenienza degli immigrati aiuta a superare pregiudizi o giudizi affrettati, e a entrare nella prospettiva dell’incontro con l’altro. Soprattutto per i ragazzi e i giovani, che oggi vivono in una scuola aperta alla multiculturalità, la conoscenza culturale dei paesi da cui provengono i compagni di classe aiuta a costruire relazioni positive e costruttive”.
Crociata ha sottolineato, tra l’altro, che “la conoscenza dei Paesi di provenienza degli immigrati aiuta a superare pregiudizi o giudizi affrettati, e a entrare nella prospettiva dell’incontro con l’altro. Soprattutto per i ragazzi e i giovani, che oggi vivono in una scuola aperta alla multiculturalità, la conoscenza culturale dei paesi da cui provengono i compagni di classe aiuta a costruire relazioni positive e costruttive”.
Il segretario generale della Cei ha infine asserito che “la presenza di immigrati cattolici nei nostri consigli pastorali, nell’Azione cattolica, nei movimenti, tra gli educatori non può che arricchire il volto ‘cattolico’ della nostra Chiesa e offrire spunti e stimoli provenienti da Chiese ricche di dinamismo e di freschezza”.