La Lombardia è la prima regione italiana che ha messo a punto delle linee guida “concrete” per l’uso dell’intelligenza artificiale a scuola. Queste ultime sono state presentate oggi in un convegno, “L’arte di imparare”, a cui ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
A redigere le linee guida destinate agli insegnanti delle scuole superiori, come riporta Ansa, è stato un comitato scientifico di dieci esperti. Fra i vari capitoli del documento uno è dedicato alla preparazione delle lezioni, uno all’uso dell’intelligenza artificiale in classe durante le lezioni, ma anche sull’uso dell’Ai per personalizzare l’apprendimento e come supporto allo studio a casa.
“E’ perfettamente in linea con la mia politica della personalizzazione della formazione” ha osservato Valditara, “l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire i docenti – ha assicurato – ma potrà essere di ausilio importante per potenziare la didattica e favorire il successo formativo dei giovani. E’ un tema che mi sta a cuore. Noi abbiamo avviato la sperimentazione anche in Lombardia con tre scuole: una a Milano, una a Colico e una a Cologno Monzese e anche in altre regioni d’Italia. Se le sperimentazioni avranno successo, come credo, intendiamo implementarla ulteriormente”.
“La didattica personalizzata è utile per mettere la persona al centro nella scuola costituzionale. Non si dovrà arrivare ad una scuola spersonalizzata dalla figura del docente. L’IA può servire a valorizzare i talenti. Siamo tra i primi Paesi ad avviare una sperimentazione e ne sono orgoglioso. I risultati sono interessanti. Se gli esiti saranno positivi dal 2026 dovremo investire delle risorse per avviare massicciamente questo percorso. Si tratta di una sfida destinata a cambiare la scuola italiana, che se ben diretta può portarci lontano. Questo percorso può rendere più semplice e stimolante il percorso didattico del docente e consente allo studente di farsi parte integrante diligente della verifica degli apprendimenti”, queste le sue parole.
“L’intelligenza artificiale deve essere al servizio degli studenti in una scuola sempre più fondata sulla personalizzazione della didattica. L’intelligenza artificiale, sotto la guida di docenti adeguatamente formati, può contribuire a superare i divari tra regioni e tra aree del nostro Paese, non dovrà mai sostituire i docenti ma potrà essere di importante aiuto per favorire il successo formativo dei giovani”, ha scritto il ministro su X.
Come sappiamo quest’anno ha preso il via una sperimentazione sull’intelligenza artificiale in 15 scuole in 4 regioni italiane. Tra due anni Invalsi dirà come sarà andata.
Si tratta di una prima fase sperimentale che verrà monitorata durante tutto il periodo e testata alla fine dei due anni tramite gli invalsi con cui si metteranno a confronto i risultati con quelli che avranno seguito una didattica tradizionale e si capirà se e come estenderla a regime su tutto il tessuto scolastico.
Nell’idea del Ministro, l’IA deve diventare uno strumento in grado di fornire un valido contributo alla didattica aiutando i docenti nel costruire percorsi adeguati che valorizzino i talenti nascosti degli studenti. Uno degli obiettivi posti dal progetto è proprio quello di mettere al centro la possibilità per ragazzi e ragazze di poter confezionare la propria didattica e di verificare il raggiungimento dei traguardi prefissati.
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